Mancano circa otto mesi alle prossime elezioni amministrative del Comune di Varese e, quindi, sta iniziando la campagna elettorale delle varie forze politiche presenti in città. Tuttavia, in queste settimane sembra esserci maggiore attenzione alla creazione di liste e alleanze “ad hoc” piuttosto che alla preparazione di un programma di governo serio, condiviso e credibile.
Invece, penso che oggi più che mai sia decisivo presentarsi ai cittadini con una visione chiara e unitaria del futuro di Varese, domandandoci anzitutto come ce la immaginiamo tra 20 o 30 anni.
Io penso che Varese possa avere molteplici vocazioni complementari tra loro. Anzitutto quella “storica”, ossia un proliferare di attività economiche, dal settore industriale a quello commerciale e dei servizi, che danno lavoro e fanno crescere l’economia locale. Poi una vocazione “turistica”, grazie alle enormi bellezze in città che possono attrarre gli amanti della natura, del paesaggio e dello sport. Terza vocazione, diventare un polo universitario importante, in grado di competere con realtà come Pavia o Brescia nel ruolo di secondo centro accademico lombardo, per attirare le nuove generazioni. E, infine, una Varese che sia anche la bella periferia di Milano, sempre più connessa con il motore dell’economia italiana, ma capace di fornire quello stile di vita e quella qualità dell’ambiente che l’hinterland milanese non è in grado di garantire, soprattutto in un’epoca in cui lo smart working si sta diffondendo.
Per dar vita a queste quattro diverse, ma complementari, vocazioni bisognerebbe anzitutto aumentare la qualità dei servizi offerti, rendendoli anche economicamente competitivi con quelli dei Comuni limitrofi, altrimenti le famiglie e i giovani sceglieranno di vivere in paesi dove gli immobili costano sicuramente meno e, in più, si risparmia sul costo dei servizi.
In secondo luogo, serve un treno diretto per Milano, che parta da Varese puntualmente e arrivi in trenta o trentacinque minuti nel capoluogo regionale, da abbinare con una vera e propria rivoluzione della mobilità cittadina, partendo dagli investimenti nelle infrastrutture e intervenendo anche sul Trasporto Pubblico Locale, magari immaginando un’alternativa radicale a quello attuale che risulta poco efficiente per gli oggettivi limiti viari della nostra città.
Terzo punto è un serio e deciso intervento di semplificazione, altrimenti gli imprenditori, i commercianti e gli artigiani non sceglieranno Varese, oberati dalla burocrazia attuale. E parallelamente va avviata una decisa digitalizzazione della macchina amministrativa, per renderla più efficace e velocizzare le pratiche riguardanti sia le imprese che i cittadini, rendendoci un Comune moderno e all’avanguardia.
Quarto ed ultimo elemento è il nome che ci caratterizza: Varese città giardino. La cura del verde, il decoro urbano ed ambientale, la promozione delle nostre bellezze, sono temi che devono tornare al primo posto dell’agenda politica, insieme alla valorizzazione degli eventi sportivi e culturali.
La politica deve ripartire da idee e programmi concreti e razionali, basati sull’osservazione della realtà esistente, altrimenti continuerà a proporre slogan che non fanno crescere Varese e le tolgono un futuro migliore.
Luca Boldetti
Consigliere Lista Orrigoni, Varese