«Il Pd ha scelto una candidatura partitica, noi invece vogliamo coinvolgere astenuti e lontani dalla politica».
Giulio Del Balzo (uno degli animatori) precisa che è «prematuro» parlare delle elezioni 2021, ma il gruppo di PiùGallarate una sua scelta l’ha già fatta: la lista civica non confluisce nella coalizione di centrosinistra che sostiene Margherita Silvestrini.
Eppure a inizio estate facevate conferenze stampa insieme, sembrava cosa fatta…
«Noi lavoriamo con tutte le forze di opposizione in città, ma dialogare sul futuro della città non implica un’alleanza, specie se si hanno progetti e proposte distinti».
Significa che ci sono punti e idee che non sono condivise?
«Il tema principale è che noi sosteniamo proposte che chiedono un forte cambiamento in città e che puntano a coinvolgere chi oggi è fuori dall’impegno, forze civiche, giovani».
E il centrosinistra secondo voi non lo fa…
«Il Pd ha fatto una candidatura partitica che rappresenta solo il Pd, non ha avuto la forza di fare una proposta che sappia andare a intercettare i voti degli astenuti e dei delusi del centrodestra».
E quando siete arrivati alla rottura?
«Noi siamo rimasti sulla nostra posizione, vogliamo essere civica e capace di attrarre. Ripeto: si può collaborare sui temi, ma noi continuiamo a lavorare su una proposta. Una proposta che sia civica, liberale, ecologista e laica, capace di coinvolgere gli astenuti e le persone lontane dalla politica. Una proposta che definirei coraggiosa: un programma che riveda il ruolo della città nel suo complesso, che non può essere pensata senza rapporto con il territorio circostante. C’è l’urgenza di ripensare il rapporto con i Comuni limitrofi: bisogna avere il coraggio di parlare di città della Malpensa. Il coraggio di cercare di lavorare e muoversi come una sola voce, elaborando piani strategici per tutta l’area. Nei servizi sociali ad esempio si fa già, crediamo che si debba lavorare su altri temi almeno con le realtà conurbate, come Cassano, Cavaria, Cardano al Campo… PiùGallarate significa ripensare una Gallarate diversa e più ampia. Noi non accettiamo un’amministrazione ordinaria, crediamo ci sia bisogno di una amministrazione straordinaria. Con una visione strategica sulle aree dismesse, che sarà centrale: anche a seguito dei cambiamenti che viviamo in questa emergenza Covid Gallarate potrà diventare più attrattiva per imprese, multinazionali, start up. Un luogo che attraverso il recupero della qualità della vita può prosperare. Pensiamo ad un concorso internazionale di progettazione urbanistica per ripensare l’intera città nel suo complesso. Non possiamo accettare proposte amministrative che si concentrino su un singolo tombino o un pezzo di città».
E ancora una volta: tutto questo non c’è nel centrosinistra?
«No, non c’è. Il centrosinistra si propone solo come alternativa a Cassani, non si può solo proporsi dicendo solo che si è meglio. Non si capisce su cosa: su legalità e trasparenza certo sì, si marca la differenza. Ma non vediamo una visione ambiziosa, su digitalizzazione, sostenibilità, alternativa nella mobilità, pedonalizzazioni e “zone 30”: non hanno avuto il coraggio di farlo quando amministravano. Era un’azione migliore di quella di Cassani, ma non coraggiosa».
Nel frattempo comunque qualcosa inizia a muoversi, in vista del 2021. Margherita Silvestrini avvia una serie di incontri, Cassani ha dato la sua disponibilità a ricandidarsi. Voi che percorso immaginate?
«Noi abbiamo già dei gruppi di lavoro attivi da mesi: ospedale unico, aree dismesse, cultura e scuola, attività economiche. Con questi gruppi di lavoro stiamo coinvolgendo tanti, ci stiamo allargando a più parti civiche possibile, soprattutto ai giovani. Continueremo a farlo».
E il candidato sindaco?
«Abbiamo una serie di figure valide. È una scelta che faremo con tutte le persone coinvolte in questi mesi ed eventuali altre forze che vorranno collaborare. E lo faremo dopo la fine di questa fase d’emergenza: i cittadini ora non vogliono campagna elettorale, ora vogliono che tutti si impegnino per uscire dall’emergenza. Considerando anche il rischio che elezioni amministrative siano spostate a settembre 2021 riteniamo sia prematuro parlare di nomi. Prima bisogna pensare all’idea di città, una città che dopo il Covid possa rinascere dalle sue ceneri».