Non aveva fretta di dirlo ma ora è venuto il momento, Emanuele Antonelli si ricandida a sindaco di Busto Arsizio con l’appoggio, per ora, di Fratelli d’Italia: «Gli altri partiti che compongono la maggioranza sono stati informati. Ora attendiamo di capire se sono d’accordo a ripartire da me». L’annuncio del sindaco uscente era atteso da tempo e ha il sapore della sfida prima di tutto verso i suoi alleati, Lega e Forza Italia che in queste settimane non hanno fatto mancare dichiarazioni non proprio in linea con una ricandidatura senza se e senza ma di Antonelli.
Antonelli, affiancato dal segretario cittadino di Fratelli d’Italia Massimiliano Nardi, ha precisato che la sua titubanza nell’annuncio è stata dettata da motivi personali e lavorativi ma che è convinto della sua scelta: «Lo rifaccio perché mi piace. Non ricandidarmo è l’unica promessa che non ho mantenuto in questi cinque anni. Pensavo di arrivare stanco e invece c’è ancora tanta energia».
Un’affermazione che stupisce soprattutto perchè la sua amministrazione sta uscendo dalla peggior crisi sanitaria ed economica dal dopoguerra: «Assumersi la responsabilità di sindaco oggi è una cosa immane. Non solo la crisi del covid ma avete visto cosa è successo al sindaco di Torino (riferendosi alla condanna ad un anno e mezzo a Chiara Appendino per la tragedia di piazza San Carlo del giugno 2017)».
I suoi 5 anni da sindaco non sono stati facili, due consiglieri comunali della sua maggioranza arrestati in due inchieste su corruzione e ‘ndrangheta, un partito come Forza Italia quasi azzerato a livello provinciale: «In questi anni è successo di tutto. Quei casi (gli arresti di Carmine Gorrasi e Paolo Efrem ma anche di Laura Bordonaro) sono stati isolati e non hanno influito in nessun modo sull’operato dell’amministrazione. La maggioranza ha tenuto e siamo andati avanti» – commenta Antonelli.
«Peggio di tutto è stato il coronavirus. Da febbraio è cambiato tutto e ho avuto momenti di vera paura. Andare con monsignore nei cimiteri ad accompagnare i cittadini che sono morti in quel periodo, fare i video per i parenti che non hanno potuto partecipare alla sepoltura di un loro caro sono cose che ti segnano per sempre».
La scelta di entrare in un partito, dopo essere stato eletto come civico la spiega così: «Sono entrato in un partito perché ero stanco di difendermi da solo. Loro mi hanno sempre difeso e la scelta di entrare in Fratelli d’Italia, anche per la mia storia, è stata naturale».[lefoto id=1202034]Il sindaco con il segretario di Fratelli d’Italia Massimiliano Nardi
Massimiliano Nardi elogia il sindaco: «Dati alla mano questo sindaco ha fatto tante cose, ha sbloccato molte delle incompiute, ha sciolto nodi atavici come quello della caserma dei Carabinieri e il commissariato di Polizia».
E gli altri?: «Intanto li ringrazio per il sostegno di questi anni, nonostante le difficoltà. Sono contento anche per il 6 che mi ha dato Paola Reguzzoni (sua avversaria alle primarie di 5 anni fa, ndr). Mi ha stupito la bocciatura del resto della giunta che era composta quasi per metà da leghisti suggeriti anche da lei» – dice riferendosi ad un’intervista alla pasionaria leghista apparsa sulla Prealpina. E aggiunge: «Mi è stato detto di essere stato un po’ troppo misterioso ma in alcuni casi ho dovuto tenere all’oscuro anche i miei più stretti collaboratori con l’obiettivo del bene dei cittadini. Sono sempre stato abituato a comunicare un risultato solo quando l’ho acquisito e questo può aver creato qualche malumore a chi è abituato ad annunciare prima che fare».
Cosa pensa dei due avversari che sono già scesi in campo? «Ognuno farà il suo. Il Pd, con cui ho avuto un rapporto tutto sommato normale in questi anni, candida una persona molto sbilanciata a sinistra mentre gli altri sono il partito del no sempre e comunque, non li capisco»
Qual è il perimetro della coalizione di centrodestra, invece? Punterete a far rientrare anche le liste civiche? Risponde Nardi: «L’area del centrodestra può accogliere liste di centro senza problemi. Nessun tipo di preclusione. Gli unici che non ci piacciono sono i saltafossi. Ma la base sarà il programma non vogliamo compromessi forzati».
Qualche accenno agli obiettivi dei prossimi cinque anni, se verrà rieletto: «Saranno anni cruciali e ci saranno soldi da spendere dal recovery fund: voglio mettere al primo posto il lavoro e la formazione dei giovani e vorrei proseguire con l’opera di ristrutturazione delle scuole. Poi c’è il tema dei cantieri aperti e quelli da aprire: dal sottopasso di Sant’Anna che sarà pronto ad aprile al Campus di Beata Giuliana, all’illuminazione pubblica al calzaturificio Borri ma anche quelle rimaste indietro come le riqualificazioni del conventino, delle ex-carceri, di villa Radetzky e dell’ex-oratorio di Sacconago, l’area delle Nord e il parco annesso dovranno partire approfittando della grande occasione dei bandi per la rigenerazione urbana».
Anche i prossimi anni, dunque, saranno impostati alla maniera di quelli passati? «Lo dico sempre, i sogni son belli ma poi ci si sveglia. Vorrei la monorotaia che ci colleghi a Milano, la città piena di colonnine elettriche che arriveranno col bando per l’illuminazione, il meglio della tecnologia per connettere tutto e tutti. Ci arriveremo ma bisogna stare coi piedi ben piantati a terra e cogliere le opportunità come abbiamo fatto in questi anni con i bandi che abbiamo vinto e che ci hanno permesso di realizzare tante cose».