Il terzo polo segna il passo? «Direi proprio di no, c’è un dialogo in corso». Giulio Del Balzo, primo animatore di PiùGallarate, smentisce la lettura secondo cui l’aggregazione di forze alternative ai due poli stia faticando a concretizzarsi. Gallarate 9.9 ad esempio ha detto esplicitamente di voler attendere che il quadro si faccia più chiaro, ipotizzando persino un passo indietro in questo giro elettorale 2021. In questo quadro PiùGallarate sembra la realtà che più sta strutturando la sua proposta.
Come Più Gallarate con chi vi state confrontando?
«Con tutte le forze che al momento non hanno scelto di confluire nei due poli e non vogliono ridursi ad una battaglia tra tifoserie».
Ma a questo punto su cosa vi state confrontando?
«Sul programma, sulle idee per la città. Costruire qualcosa di nuovo richiede tempo, è di certo più facile per i partiti che sono presenti da più tempo. Ma noi non abbiamo fretta».
Ma vi siete dati un orizzonte temporale, per arrivare a una sintesi?
«Dipende certamente dalle tempistiche elettorali: considerando anche il rinvio delle elezioni dello scorso anno a settembre, direi che è ancora prematuro».
Come PiùGallarate vi siete confrontati sui nomi del candidati sindaci o su altre posizioni?
«Noi stiamo parlando di visione di città. Il comun denominatore è che non ci si possa e non ci si debba fermare alla ordinaria amministrazione. Le dichiarazioni del sindaco a La Prealpina sulle Strategie di sviluppo urbano, in cui ha ammesso di non avere idee, dimostrano che oggi Cassani segue l’ordinario: inseguendo i commenti Facebook dimentica di porre le basi per il futuro della città».
E invece quali sono le vostre parole chiave?
«La rigenerazione urbana prima di tutto: il sindaco dal primo giorno avrebbe dovuto pensare a una strategia sulle aree dismesse, invece dopo cinque anni è ancora tutto fermo. L’intervento sulle aree dismesse può diventare anche la chiave per rilanciare la città in un’ottica area vasta: se consideriamo i Comuni vicini Gallarate arriva a 160mila abitanti, sarebbe la 23esima città italiana. Le aree dismesse dovrebbero diventare elemento strategico di sviluppo: offrirebbero la possibilità di pensare nuovi spazi per le aziende della logistica, ma anche – ad esempio – per lo studio. Ma questo può esistere solo se si avviano collaborazioni con le aziende, se si costruisce una visione strategica che oggi non vediamo. Vuol dire anche pensare ad un marketing territoriale nuovo: pensiamo al Maga, museo di rilevanza nazionale da valorizzare portandolo fuori dalle sue mura».
Sul programma state lavorando, il terzo polo non si ferma. Ma poi conta anche il nome del candidato sindaco…
«Il Terzo Polo ha bisogno di una visione ambiziosa della Gallarate di domani. A quel punto, se ci sarà, non sarò impossibile trovare un nome che sappia incarnare questo tipo di visione».
C’è questa attesa di molti per capire il destino giudiziario e politico di Andrea Cassani: l’attesa da parte delle forze alternative non avrà l’effetto di rafforzare la sua posizione di candidato già “in pista” per il centrodestra?
«Posso dire che se il centrodestra si limita a discutere del candidato sindaco e non della visione di città, non saprà interpretare la realtà di oggi. La nuova fase che si è aperta con l’emergenza Covid impone alla politica di fare proposte e dare risposte. Come ci ricorda Mario Draghi, ci sono tre fattori che servono alla classe politica: coraggio, umiltà e competenza. I gallaratesi credo debbano pensare a queste parole, usate da Draghi al Meeting di Rimini la scorsa estate: sono questi i valori che consentono di governare e offrire prospettive di futuro. Parlare solo alla pancia non basta più».
Quali sono le prossime iniziative che avete in programma, come PiùGallarate?
«Proporremo diversi eventi, su tematiche del territorio, presentando il nostro programma. Stiamo facendo una campagna di ascolto e confronto dei quartieri gallaratesi e le associazioni, di tutti i tipi. Saper ascoltare le persone per noi è imprescindibile, lo facciamo con icontri privati che non stiamo pubblicizzando sui media o i social network: non incontriamo le persone per pubblicizzarci, ma per un confronto vero. Questo è il momento per lavorare, non per annunciare. Ci sono comunque anche eventi online in cui invitiamo tutti».