«Ci promettono il risotto con la luganega ma in cucina hanno solo uova e polenta. Questa è la vita che ci arriva dal comune di Busto Arsizio da trent’anni. Di fame non moriremo ma sulla lista ci sono scritte e poi ordinate ben altre proposte».
Parte con un parallelo culinario la nota dei Verdi di Busto Arsizio in merito alla situazione dei sottopassi della città, tornati sulle cronache ieri (martedì) a seguito degli allagamenti che si sono verificati e in cui una decina di persone si è trovata impantanata con auto, furgoni e addirittura un autobus.
I sottopassi che tagliano in due la città di Busto Arsizio sono due, quello di via Tasso e quello di via XX Settembre: «Entrambi si allagano e solo la stella propizia evita che ci siano vittime umane, da almeno trent’anni. Ma le giunte comunali, almeno queste ultime due di Farioli e Antonelli, hanno partorito l’assurdo e devastante sottopasso fuori dal quartiere di Sant’Anna».
Secondo il responsabile locale del Sole che ride, Andrea Barcucci «all’estrema periferia hanno aggiunto altro disordine, altra periferia, altre zone di disagio e incuria futura. Promettono ricchi menù ma continuano a lasciare la città nel caos, nel quale non stanno solo i due sottopassi ferroviari della Gallarate-Rho: è un caos assoluto quanto invisibile, questo del sistema fognario cittadino».
«La cittadinanza e l’elettorato bustese – purtroppo sempre in diminuzione per colpa di questa politica cialtrona – sono mantenuti in condizioni di mera sopravvivenza, nella sesta città lombarda dove la programmazione e lo sviluppo territoriale sono solo parole vuote, abili nel circondare di fumo il prelievo nelle tasche dei cittadini per costruire opere pubbliche (?) devastanti, inutili, velleitarie come il sottopasso a Sant’Anna, ancora oggi “solo per biciclette” (sigh..)».
I Verdi Busto Arsizio da anni propongono «che le aree degli scali merci siano servite da sottopassi verso il quartiere Santi Apostoli-Don Paolo, opere viarie utili anche a Sant’Anna. A Legnano sono stati capaci di migliorare così; a Busto Arsizio hanno saputo solo trascinarsi problemi vecchi e crearne di nuovi».
L’immagine in alto propone tre sottopassi possibili – secondo i Verdi – al lato nord della stazione RFI-FS: «Busto Arsizio è stata tagliata in due dalla ferrovia negli Anni Venti, ma quelli dello scorso ventesimo secolo! Cento anni di solitudine e di divisione sono terminati, si spera: portiamo gente, idee e cultura nuova a Palazzo Gilardoni nel 2021. Con i Verdi – Europa Verde, perché certi fenomeni meteorologici vanno combattuti a monte, come il nostro partito fa in Europa da decenni, ma senza dimenticare che ognuno è responsabile delle buone azioni positive da effettuare; anche nella cabina elettorale».