Inizia al Monte Diviso – sulla collina – la campagna elettorale di Massimo Gnocchi e di Obiettivo Comune Gallarate. Un gruppo consistente, che vuole intercettare chi non è convinto né dal centrodestra oggi al governo della città, né dal centrosinistra di Margherita Silvestrini.
Era l’idea del terzo polo, che Gnocchi cita ancora, come prospettiva: «Noi non possiamo rimproverarci di non averci provato» rivendica. «Noi non disperiamo: crediamo che ci sia ancora uno spazio per una intesa».
Se ci siano o meno possibilità di altre aggregazioni, in ogni caso Gnocchi e Obiettivo Comune partono. In sala una quarantina di persone, più o meno lo stesso numero di nomi che hanno deciso di spendersi già oggi per Gnocchi.
Storie diverse: apre l’incontro Stefano Matta, che non ha un passato politico, ma è stato (a Sciarè) il più votato nell’unica elezione diretta delle consulte, nel 2017 (nel suo quartiere prese 175 voti). Cita Theodor Roosevelt: «Fai quello che puoi con quello che hai, dove sei», a lui segue Rita Morlino.
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Prima di Gnocchi interviene Marcello Stanzione, altra anima, quella di chi dalla politica di partito ci è passato ed è rimasto deluso: «Nel 2006 ero in lista con An, nel 2011 in una lista civica politica che si era schierata contro una amministrazione che aveva sfiancato una città perbene. Dopo quella esperienza mi sono ritirato fino a quando Massimo mi ha chiamato». Parla della sicurezza, delle zone «abbandonate»: «Ai problemi l’amministrazione ha risposto togliendo: togliendo le panchine, togliendo il verde della piazza stazione».
«Questa lista nasce anche da un po’ di romanticismo, c’è cuore in quel che vogliamo fare, secondo noi è valore aggiunto» dice Gnocchi, che promette che nel programma (oggi «una ventina di pagine, aperto alle proposte») ci saranno «proposte fattibili».
Parte dal tema dell’ospedale unico. «Noi quattro anni fa proponemmo un referendum consultivo: non li chiede nessuno, i referendum, perché non ci ritengono sufficientemente intelligenti da esprimerci. In realtà temono che il risultato non sia quello che si aspettano di sentire». Il tema ospedale è quello a cui dedica più spazio, nella serate.
Parla di trasparenza sull’urbanistica, ritornando indietro fino al “caso” del centro commerciale il Fare, «una porcheria urbanistica che ebbi modo di contestare da consigliere». Sul Pgt in vigore (del 2015) dice che «non ha lacune ma si può migliorare, stando ben lontani dall’urbanistica contrattata» e riconoscendo invece il pieno «valore delle aree verdi» .
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Attacca sullo sport e sulla pista di atletica abbandonata, mentre in provincia sono nate «cinque piste di atletica nuoce di pacca, fino a Cairate». Tocca il tema delle barriere antirumore che mancano lungo la ferrovia e che ricollega a scarsa lungimiranza anche a livello comunale («doveva essere affrontato prima ad esempio dell’ampliamento dello scalo Hupac»).
Proposte puntuali? C’è l’idea di Palazzo Minoletti «palazzo dei giovani», spazio espressivo e sede di una «consulta giovani». E ancora per l’area della stazione « un presidio vero, con una struttura fissa in piazza», contrapposta ai soldi spese dall’amministrazione «per acquistare un chiosco ex edicola in piazza».
E ancora l’idea di «premialità per il parcheggio nei silos», che consentirebbe di recuperare spazi sociali in superficie, ad esempio in piazza Garibaldi. E ancora la proposta di fare delle farmacie anche un servizio ambulatoriale di prossimità (coinvolgendo quelle comunali e dialogando con quelle private).
Il gruppo di Obiettivo Comune sarà in piazza Libertà già sabato 26, con un gazebo.