A cinque anni esatti dal suo insediamento, siamo alla fine del mandato per l’attuale consiglio comunale di Varese: un periodo che è stato per certi versi rivoluzionario (con un sindaco per la prima volta dopo 23 anni di centrosinistra), sicuramente tormentato (e il covid è stato solo l’ultima tribolazione) e di sicuro movimentato (con diverse dimissioni di assessori “pesanti”, una sostituzione “in zona Cesarini” e tantissimi cambi di casacca).

Dopo questi cinque intensissimi anni, che intenzioni hanno i consiglieri che ora siedono in salone Estense durante il consiglio comunale? Si ricandideranno o riterranno la loro esperienza conclusa?

Premettendo che la situazione è ancora in divenire, visto che il candidato sindaco del centrodestra è stato appena confermato, e che sulle liste, sia a centrodestra che a centrosinistra, sono previste ancora nuove sorprese, abbiamo deciso di provare a chiedere a tutti loro cosa hanno intenzione di fare, arrivati a poco più di una dozzina di settimane dalle elezioni. Ecco cosa ci hanno risposto.

RICANDIDATURE DEI CONSIGLIERI: CHI DICE SI, CHI NO, CHI NON SI ESPRIME

E’ scontata, e quindi non l’abbiamo domandata, la candidatura di Davide Galimberti, Daniele Zanzi, Francesca Strazzi: i primi due perchè si candidano a sindaco, la terza perchè ha fondato, con le altre assessore Ivana Perusin e Cristina Buzzetti, la lista Varese Praticittà.

Si ricandida anche Elena Baratelli con Varese 2.0, sostenendo però un sindaco diverso rispetto alle elezioni del 2016: ora sostiene suo marito Daniele Zanzi, che quest’anno si presenta da solo, mentre nel 2016 sosteneva la coalizione di Galimberti. «Certo che mi ricandido – commenta – Abbiamo tante idee per la città in un giardino e potremmo davvero fare la differenza»

Diversi consiglieri alla domanda rispondono con un semplice e nettissimo “sì”, risposte chiare che provengono sia dalla minoranza che dalla maggioranza: nettissimo Domenico Esposito, che con un semplice “Mi ricandido” conferma la sua presenza in Forza Italia. Anche Lorenzo Macchi, Luca Paris, Luca Conte, Andrea Civati e Rossella Dimaggio del PD si limitano a un “mi ricandido” per il partito, come fa anche Enzo Laforgia per Progetto Concittadino.

Nettissimo anche il si di Luisa Oprandi: alla domanda “Si ricandida?” la risposta è stata: «Certo. Fedele al PD e a Laura (Prati, ndr)». Altrettanto netto è il si di Giuseppe Pullara, eletto con la compagine del PD ma ora rappresentante di Italia Viva in consiglio comunale. «La mia risposta, alla domanda “ti ricandidi?” è assolutamente si – spiega –  Con quale lista, è ancora presto per dirlo» evidentemente, non con Italia Viva: che ci siano da attendersi sorprese da quella compagine già è emersa, qualche giorno fa, un’anticipazione.

Qualcun altro nelle risposte è meno categorico, ma comunque esprime la sua intenzione a proseguire: come Alessandro Pepe (PD) che ci spiega che «L’idea di proseguire l’esperienza di consigliere comunale (di maggioranza) è nelle mie intenzioni» o come Francesca Ciappina che ci risponde: «se ci saranno le condizioni, ho intenzione di ricandidarmi, sempre nel PD».

Dall’altro versante, cosi si esprime anche Stefano Clerici, Varese Ideale, che risponde «Ci stiamo ragionando, è ancora da definire la situazione delle liste di centrodestra, in base a quello decideremo chi di noi si candida»

Più sfumata invece la risposta di Simone Longhini, Forza Italia: «Quello di consigliere comunale di Varese all’opposizione della giunta Galimberti è stato un periodo molto intenso, di attività e di ascolto. Ho sempre cercato di metterci il massimo impegno suggerendo soluzioni, sollecitando interventi, contrastando provvedimenti che non ritenevo opportuni, sempre con spirito costruttivo. Nei prossimi giorni rifletterò se e come potrò essere ancora utile alla mia, alla nostra città». Per Francesco Spatola, PD, invece: «La mia intenzione è di non ricandidarmi, ma ho dato la mia disponibilità al segretario del mio partito solo in caso di necessità». Propende per il no, anche se non è una risposta definitiva, anche Carlo Piatti, Lega, che alla domanda risponde: «In realtà non ho ancora deciso cosa fare, anche se sono più propenso a non ricandidarmi».

Anche per Valerio Crugnola, Eletto in Varese 2.0 e ora rappresentante della lista Galimberti, la risposta è un no, con qualche distinguo: «Sosterrò la lista PratiCittà, che è molto innovativa e politicamente originale, che fa di Varese un piccolo laboratorio politico. Non mi candiderò. Il giorno dopo il voto compirò 74 anni, finirei a 79! Potrei eventualente partecipare solo se Maria Paola Cocchiere, che è giovane e preparata, decidesse di non fare da elemento di continuità con la Lista Galimberti accanto a Francesca Strazzi. Ma anche fuori dal Consiglio potrei dare una mano a Davide nel suo secondo, meritatissimo mandato».

C’È CHI DICE NO

Tra i “no grazie” più decisi invece c’è Piero Galparoli, neocommissario di Forza Italia città di Varese: «No, non mi ricandiderò. sono consigliere da 15 anni, e dopo un po’ anche il pesce migliore puzza. Largo ai giovani». Ma anche Marisa Coletta, alla sua prima esperienza con la Lista Galimberti, risponde: «Non ho intenzione di ricandidarmi. È stata un’esperienza fortissima, molto importante e con grandi soddisfazioni. Ma è il momento di tornare in famiglia».

E’ no anche per Emilio Corbetta: «E’ un no per età – spiega – Anche se mi rincresce veramente tanto. Amo troppo la mia Varese è mi piacerebbe poter lavorare stando anche in ombra, ma andare avanti. Ora il posto ai più giovani, sperando che siano generosi e non dediti solo alle loro carriere».

Un “no” arriva anche dal presidente della commissione sport e ambiente Paolo Cipolat che risponde: «Impegni personali mi impongono la scelta di non ricandidarmi. Ritengo che la disponibilità debba essere garantita non solo per la presenza in Consiglio Comunale, ma in tutti gli eventuali compiti aggiuntivi. Appoggerò per quanto mi sarà possibile la ricandidatura di Galimberti, per continuità rispetto all’ottimo e proficuo risultato materialmente riscontrabile».

Arriva un no anche da Gaetano Iannini, eletto con la lista Galimberti, poi andato nel gruppo misto mentre iniziava un’esperienza in Fratelli d’Italia, e ormai da tempo “silente” in consiglio. «Io non mi ricandiderò – conferma Iannini a parole quello che già si intuiva nelle sedute consiliari – Primo per motivi lavorativi e secondo perché non mi riconosco più nella politica attuale».

Un no che forse invece non ci si aspettava è quello di Fabio Binelli, attuale capogruppo della Lega in consiglio comunale, uomo di lunga esperienza politica, che ci ha risposto: «Penso proprio di no. Dopo tanti anni, è ora di smettere».

CHI CI STA PENSANDO

Altrettanto inaspettata è la risposta di Giampiero Infortuna, in decisa polemica con il suo partito, il PD: «Mi è stato ufficiosamente chiesto dal PD se volevo ricandidarmi, ho replicato però che prima di questa richiesta avevo bisogno di precisazioni su programma e alleanza – spiega – Non avendo ricevuto alcuna risposta ai miei quesiti, non ritengo di avere avuto alcuna richiesta ufficiale dal PD. In compenso, nel frattempo a contattarmi sono stati altri, e ora sto valutando il da farsi».

Non è però solo Infortuna a riflettere sul da farsi: ci sono anche Valerio Vigoni («dopo la rinuncia di Maroni non ho ancora deciso se e con chi candidarmi») e Luca Boldetti, entrambi civici candidati con la lista a sostegno di Paolo Orrigoni. Boldetti risponde: «Il desiderio è di ricandidarmi nella coalizione alla quale mi sento più vicino come valori e visione, cioè il centrodestra. Però voglio vedere quali saranno le liste a sostegno».

Anche Agostino de Troia, politico di lunga fede socialista, eletto con la Lista Galimberti e ora nel gruppo misto, sta alla finestra: « È tutto ancora in divenire, aspetto qualche settimana poi deciderò quale partito o movimento appoggiare elettoralmente. Nell’ambito della coalizione di centrodestra». Prende tempo, ma mostra di essere al lavoro per il futuro, anche Rinaldo Ballerio, imprenditore alla sua prima esperienza amministrativa eletto con la lista Orrigoni: ci ha risposto che ci comunicherà al più presto le sue decisioni.

C’è infine chi decide di non rispondere affatto, come Maria Paola Cocchiere e Marco Pinti: segno forse di una ancora più profonda riflessione su come capitalizzare la propria esperienza politica. Ma la più scenografica “non risposta” arriva da Stefano Malerba, Italia Viva, che alla domanda si limita a un buffetto sulla spalla. Significa che non si candiderà, che non è nemmeno il caso di chiedere, o che è troppo presto per svelare il “Segreto Ebagua”?