Fa ancora discutere il documento di fine mandato presentato dal Sindaco Davide Galimberti e la sua giunta. Interviene nel dibattito anche il movimento Varese 2.0 il cui leader Daniele Zanzi è stato a lungo nella squadra con il ruolo di vice sindaco
I quotidiani locali riportano la notizia di un esposto della Lega nei confronti di Davide Galimberti per un presunto abuso dei caratteri di imparzialità delle comunicazioni istituzionali in merito al documento di bilancio di fine mandato.
Francamente non ci appassionano queste potenziali dispute a colpi di carta bollata che lasciamo ai principali contendenti alla futura carica di Sindaco, anche se è giusto ricordare che, solo qualche settimana fa, appena dopo la presentazione del nuovo candidato del cdx Matteo Bianchi, i due competitors si scambiavano effusioni di fair play, rispetto ed equilibrio. Idillio già finito per i due piccioncini…
Il nostro intervento, invece, vuole mettere in risalto un piccolo dettaglio che ha la forza, però, di svelare il grande imbroglio che c’è dietro quelle 70 pagine in cui si è voluto celebrare “il quinquennio dell’Imperatore Davide I”.
Il 14 maggio scorso Daniele Zanzi “venne dimesso” dalla carica di ViceSindaco e dovette lasciare conseguentemente anche la sua delega alla Polizia Locale.
Quasi nessuno ricorda, tuttavia, e a maggior ragione oggi, che Daniele Zanzi aveva anche un’altra delega, ovvero quella all’ATTUAZIONE AL PROGRAMMA… per la quale, di fatto, era arrivato a fine legislatura.
PRIMA IPOTESI
Nel meraviglioso “libro dei sogni del quinquennio” si narra di gesta memorabili da parte di tutti gli Assessori. Non vi è, però, la benchè minima traccia di una parola per ringraziare Daniele Zanzi del suo costante e sempre meticoloso controllo….
L’ennesima “caduta di stile” del nostro Sindaco? Un momento di smemoratezza? Oppure, più semplicemente, un clamoroso svarione dei comunicatori?
SECONDA IPOTESI
Daniele Zanzi è stato cacciato proprio per non permettergli di vantare importanti risultati nella fase clou delle elezioni amministrative.
TERZA IPOTESI
Daniele Zanzi non si è mai accorto di tanta magnificenza…
QUARTA IPOTESI
Le cose scritte in quel documento sono evidentemente manipolate ad arte per renderle elettoralmente convincenti e la mancata citazione di Daniele Zanzi è riferibile semplicemente al fatto che lui, in quanto detentore della delega all’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA, conosceva perfettamente lo stato di quest’ultimo e avrebbe potuto facilmente confutarla. Ci proviamo lo stesso, avranno pensato, tanto cosa vuoi che si ricordino “quei quattro scappati di casa”. E invece ce lo siamo ricordati (Vi ricordate gli arzilli vecchietti del film Cocoon?).
LA NOSTRA VERITA’
Ora ci facciamo seri. In realtà tutto è più semplice e banale. In quel documento ci sono tante cose giuste, ben fatte, segno di quel passo dinamico che l’Amministrazione aveva promesso e incominciato ad intraprendere nel primo biennio del suo mandato. Poi è cominciata la bulimìa, l’onnipotenza, l’infallibilità, l’assenza di ascolto, le decisioni mai corali, prese da pochi, con voto quasi unanime (un solo voto sfavorevole, indovinate chi…) e la narrazione si è fatta demagogica e tronfia.
Sono cominciate le pericolose contaminazioni, in cui già si pensava al futuro assetto politico di un possibile secondo mandato. E qui sono cominciati i guai, si è persa di vista la città, con tutte le sue piccole e prioritarie esigenze, e si è incominciato a pensare ai grandi progetti, parte di essi certamente utili in una logica di medio e lungo termine, ma drammaticamente lontani dalla realtà se calati in una logica pandemica e di crisi economica e sociale molto grave. Si è cominciato a parlare di PNRR, il fondo economico in arrivo dall’Europa, con una logica di collocazione a pioggia, si è cominciato ad imbarcare un mondo politico distante anni luce da quello che aveva portato ad una storica vittoria nel 2016, si è cominciato a celebrare meriti non propri e successi non ancora perseguiti.
E la verità è che un programma vero e proprio, al di là dei buoni propositi o di quello elettorale, non c’è mai stato. C’è stato un elenco di azioni e di attività, senza un vero filo conduttore, senza una visione generale.
Ecco perché il Movimento Civico Varese2.0 non ha mai mollato, per poter essere testimone e controllore fino all’ultimo. Le opposizioni ci chiedevano di uscire perchè, in quel modo, secondo logiche della vecchia e consunta politica, si sarebbe potuto creare una crisi. Nulla di più falso. Con o senza il movimento civico Varese2.0, la maggioranza sarebbe stata comunque solida. E allora tanto valeva restare lì, a fare il nostro lavoro critico, a fare domande, a chiedere trasparenza.
Ecco quindi il senso di quel libro dei sogni presentato dalla giunta.
Non ci sorprendiamo di qualche milione ripetuto qua è là, di qualche cifra gonfiata il giusto (anche se francamente certe cose bisogna saperle fare, pena il coprirsi di ridicolo). Ci sorprendiamo, invece, dell’abuso costante della propria posizione dominante, per vincere ad ogni costo, su tutto e tutti, calpestando tutto quello che si para davanti.
Ci sorprendiamo della superficialità, del pressapochismo di certe affermazioni, ci sorprendiamo della presunzione di credersi sempre migliori di qualcuno, ci sorprendiamo della evidente volontà di prendersi gioco dei cittadini varesini, promettendo l’impossibile.
Caro Davide, serve buon senso, equilibrio, empatia, serve ascolto e serve partecipazione, solo così la città potrà tornare ad essere felice.
Movimento Civico Varese 2.0.