Le dichiarazioni espresse venerdì scorso, nel corso della conferenza di presentazione della coalizione M5S-PD a Busto, non fanno che confermare la decisione di Italia Viva nell’aderire alla lista dei Riformisti e nel sostenere come candidato sindaco Gigi Farioli: «La scelta improvvida e intempestiva di creare a Busto una proposta di governo della città simile al non realizzato Conte ter di zingarettiana memoria, quando ormai il paese vede i positivi effetti del governo Draghi fortemente voluto dal nostro partito, lascia il tempo che trova».
L’affondo di Italia Viva punta dritto al cuore del problema politico nazionale che li vede, comunque, alleati nel sostenere il governo tecnico ma non entra nel merito del programma elettorale «che comunque riflette il profondo cambio di rotta del PD locale su posizioni populiste, dettato probabilmente dalla necessità di chiudere un accordo con i nuovi compagni di viaggio a seguito del mutato scenario politico, ispirato dalla rottura degli schemi consolidati della politica bustocca e provocato innegabilmente dalla discesa in campo del nostro candidato Farioli».
Italia Viva, attraverso i suoi coordinatori Boniotti e Lanza, ringrazia non senza ironia il segretario Pedotti «che nel chiederci di giustificare la nostra scelta di non appoggiare il candidato del centrosinistra a Busto (come a Gallarate, a Varese o Milano), ci permette di delineare meglio quanto già comunicato dai nostri parlamentari Gadda e Librandi. La risposta è semplice quanto banale, non riteniamo che la coalizione con la locale sezione del PD possa essere espressione del miglior governo della città, del resto anche i nostri concittadini relegando da 25 anni gli esponenti locali all’opposizione confermano la nostra perplessità. Fin dall’inizio del mandato affidatoci nella gestione del gruppo di Busto Arsizio abbiamo percorso la strada del terzo polo alternativo alle sterili esperienze bipolariste degli ultimi anni».
Infine Italia Viva ricorda che «sia a livello nazionale che locale, Italia Viva si muove prendendo quelle decisioni che ritiene migliori per le realtà dove è presente e che si sono concretizzate ad esempio nel sostegno nella città di Desio al candidato Stefano Motta, congiuntamente a Forza Italia. Infine non possiamo non stigmatizzare la presunzione derivante dalle parole di Pedotti che intestandosi la paternità del Riformismo, ne ignora l’evoluzione storica, in quanto il Riformismo dopo essere stato a lungo rappresentato da PSI e PSDI oggi viene innegabilmente declinato oltre che dal PD anche da Italia Viva, Azione e Forza Italia».