In un’affollatissima (di candidati) conferenza stampa a Villa Tovaglieri, Forza Italia, Idee in Comune e Noi con l’Italia hanno presentato il simbolo sotto cui correranno alle prossime elezioni amministrative di Busto Arsizio. Presente anche il responsabile provinciale degli Enti Locali berlusconiano, Piero Galparoli, che descrive la lista come un “contenitore” di tre anime moderate che appoggerà i partiti cosiddetti sovranisti (Lega e Fratelli d’Italia) nel nome dell’unità del centrodestra e del sostegno al sindaco uscente Emanuele Antonelli. A leggere tra le righe, ma neanche tanto, quel “il centro siamo noi” che campeggia sotto i simboli delle tre formazioni, si individua subito una stoccata all’ex sindaco e assessore Gigi Farioli, fino a poco fa commissario cittadino azzurro ma oggi impegnato in una corsa solitaria, anche lui definendosi moderato. E non sarà l’unica nel corso della presentazione.
«Si tratta di un percorso – dichiara Galparoli – iniziato qualche mese fa, nell’ottica di coinvolgere un centro che potesse sostenere Antonelli. Al netto delle divisioni e degli attriti, in particolare sulla questione della lista del sindaco, sono felice che siamo riusciti a rientrare nell’alveo del centrodestra, anche parallelamente al percorso che sta provando a fare Silvio Berlusconi a livello nazionale. L’unità è importante a Busto, così come a Gallarate e Varese. Staremo con Antonelli senza se e senza ma, visto che ci è stato sempre vicino; inoltre non si può criticare la sua amministrazione, ha lavorato bene e a Busto si vede. Questa unità ci piacerebbe poi esportarla nelle elezioni in Provincia (a dicembre per eleggere il consiglio, l’anno prossimo per il presidente, che attualmente è proprio Antonelli, ndr). Di questo devo ringraziare innanzitutto Orazio Tallarida, che con un lavoro immane si è messo in gioco trasferendo questa voglia ad altre persone. In particolare abbiamo in lista tante donne, più del 50% dei candidati. Non siamo più la forza di qualche anno fa, ma già con un 7/8% saremo contenti. L’avversario principale rimane la sinistra, anche se ormai il PD è la sesta stella del M5S».
Tallarida, che sarà quindi capolista, si ritiene soddisfatto della squadra che ha costruito: «Quando ho parlato con Piero, gli ho detto che mi bastava dare il mio piccolo contributo per vincere. Per me sarebbe stato facile fare una lista di sola Forza Italia, e invece abbiamo deciso di unirci per aumentare la competitività della formazione, cercando di mettere in primo piano il partito e la mia amicizia con Emanuele. Ho trovato molti giovani desiderosi di mettersi in gioco, e a loro dico di non scoraggiarsi, forza e coraggio».
Per Antonelli invece «non ci sono mai stati dubbi sull’apporto di FI, tanto in consiglio comunale, dove la loro natura di moderati mi ha aiutato anche a smussare certi angoli troppo spigolosi del mio carattere, quanto a livello elettorale. Ci sono state incomprensioni, ma è bastata una telefonata per risolvere tutto. Per me sono importanti soprattutto le persone che ne fanno parte e di cui ho avuto un bisogno pazzesco per amministrare. Gli chiedo solo di non considerarci degli estremisti, come ha ben detto Berlusconi rispondendo ad un articolo di Ernesto Galli della Loggia: tra di noi le questioni politiche non esistono. Ringrazio quindi chi si è messo in gioco, non è mai facile, soprattutto in questa era di disaffezione politica».
Alberto Armiraglio invece parla per il gruppo Idee in Comune, costituitosi in consiglio comunale tre anni fa da varie personalità prima legate, direttamente o indirettamente, a Forza Italia. Armiraglio ammette candidamente di aver avuto dialoghi con Farioli, ma «abbiamo posto la condizione dell’unità del centrodestra. Quando abbiamo visto che non si voleva rispettare ci siamo defilati, anche essendo pronti a rimanere per così dire in panchina. Adesso invece ci siamo e siamo pronti a dare il nostro contributo, ribadendo che il centro siamo noi e non qualcuno che pensa di andare con la sinistra».
Interessanti anche gli interventi di Paolo Genoni e Donatella Fraschini, medici che sentono la candidatura con «spirito di servizio – dice Genoni – che secondo me il vero spirito con cui intendere la politica. Dopo questo anno e mezzo di pandemia noi medici siamo davvero stanchi, ma pensiamo comunque di poter dare il nostro contributo su materie quali la sanità, che è davvero cruciale in questo momento. La logica rimane quella dell’unità nei valori condivisi, anche se a volte i metodi differiscono. Per questo credo che possiamo essere decisivi in ottica di equilibrio e mediazione, vera cifra della politica».