Si è laureata in storia dell’arte al Dams di Bologna, ha lavorato come fotografa in diversi studi a Varese e ora a Caronno Petrusella. Insegna fotografia, a Varese e in Svizzera.

Ma Valentina Cusano, una delle “new entry” della lista PD per le elezioni amministrative 2021, è conosciuta in città come “la DJ del Varese Pride”, quella che in quella pazzesca giornata del 2016 ha riempito di musica la città dal carro di apertura della sfilata, nella prima manifestazione dell’orgoglio LGBT+ che Varese abbia mai avuto il coraggio di concepire.

«Non è il mio lavoro principale, che è più serio – spiega –  Ma che la mia persona sia legata a quell’avvenimento è importante: la musica è fonte di ispirazione ed è anche una terapia, senza contare che mi permette di fare volontariato in Arcigay soprattutto a contatto con i più giovani. Ora, dopo il Varese Pride, che è stata una svolta per Arcigay Varese, siamo di fronte ad un’altra svolta con questa mission: la prima candidatura LGBT».

Una candidatura a suo modo collettiva, perchè «Io non sono un candidato: io sono parte di un movimento. Il movimento è il candidato» spiega Valentina citando Harvey Milk, storico attivista americano dei diritti, che «è stata la mia prima fonte di ispirazione nella candidatura». [lefoto id=1242347]Valentina Cusano seduta sulla panchina arcobaleno che l’amministrazione ha concesso ai Giardini Estensi

In effetti Valentina Cusano spiega: «Mi candido a nome della comunità LGBT come referente diretta della comunità di cui sono parte per l’amministrazione comunale. Credo sia arrivato il momento giusto per farlo, perchè in questo momento serve qualcuno che su certi argomenti sappia di cui si sta parlando in prima persona, sfruttando la sinergia che si è instaurata con l’amministrazione nel 2016 con il sindaco Galimberti e con l’assessora Rossella Dimaggio. C’è il desiderio di costruire qualcosa che possa rendere Varese migliore anche dal punto di vista LGBT, che possa mantenere un rapporto aperto con l’amministrazione. Perchè, come recita lo slogan che ho scelto, Varese è per tutt*».

E’ la tua prima volta in politica?
«Sì. Sono emozionatissima,  e non solo perchè è la mia prima volta ma soprattutto perchè è la prima volta in cui un candidato apertamente LGBT si candida in consiglio comunale a Varese. Fino al 2016 Varese era una città dal carattere molto chiuso, poco inclusivo. Per questo sento su di me una grande responsabilità, ma anche il desiderio di portare avanti quello che è stato fatto dal 2016 fino ad oggi. Si tratta di piccoli passi che per noi rappresentano molto».

Perchè ti candidi?
«Perchè ho paura: paura che Varese torni indietro a come era prima, e che quindi tutto quello che è stato fatto finora si possa perdere. Abbiamo paura di tornare a un modello di Varese dove non è sicuro camminare per strada insieme, oppure baciarsi in pubblico. Per questo voglio sostenere una città inclusiva, arcobaleno. Se non lo facciamo adesso, rischiamo di fare un grande passo indietro, da cui sarà complicatissimo e dolorosissimo uscire: e noi questo ritorno al passato proprio non lo vogliamo. Significherebbe tornare a una mancanza di diritti e non ci sentiremmo piu al sicuro. So benissimo che impegno è candidarsi e, nel caso sia votata, diventare consigliere comunale: ci ho pensato tanto infatti, ma mi hanno convito i risultati di questa amministrazione. L’apertura del comune, la panchina rainbow, il supporto al Varese Pride. sembrano piccole cose ma sono passi importanti che mi hanno fatto dire si».