Riccardo Armiraglio è candidato nella lista di Fratelli d’Italia che sostiene il sindaco uscente (e tesserato) Emanuele Antonelli. 44 anni, è il figlio d’arte di queste elezioni amministrative: il padre, Alberto Armiraglio, è stato a lungo uno dei volti prominenti della politica bustocca in quota Forza Italia. Assessore alla Cultura e allo Sport e successivamente consigliere tra i fondatori del gruppo Idee in Comune, Armiraglio senior in occasione queste elezioni ha deciso di “rimanere in panchina”.
E quindi spazio a Riccardo, che spiega “come i calciatori, mio padre è passato dal campo alla cabina di regia”. Sul volto, comunque, si indovina facilmente una somiglianza incredibile tra i due. Una tesi sulla Pro Patria, poi, può solo confermare il suo stretto legame con la città forgiato dalla passione sportiva.
Come ti sei avvicinato alla politica?
«Sono sicuramente cresciuto in una famiglia con valori forti e alto senso civico, e poi ho fatto esperienze in oratorio e sui campi di calcio che mi hanno insegnato il valore delle regole e il senso di appartenenza. Da giovane ho anche frequentato Comunità Giovanile. Ho sperimentato la vita propriamente politica all’interno di Alleanza Nazionale, senza mai candidarmi, ma successivamente mi sono allontanato con l’avvento del PdL. Mio padre era sulla cresta dell’onda, ma credo che all’epoca si guardasse ai giovani in politica un po’ con pregiudizio. Ricordo quando tacciavano Rosa di essere troppo giovane per amministrare. Oggi invece abbiamo esperienze diverse: penso solo ad Isabella Tovaglieri, capace di arrivare fino a Bruxelles. Quando abbiamo ricostituito FdI a Busto tre anni fa eravamo in 5, ci incontravamo nei pub al lunedì, quando c’è meno gente e si può stare tranquilli. Adesso abbiamo una sede e stiamo costruendo una squadra con la quale sono orgoglioso di lavorare, c’è un bel mix di entusiasmo da parte dei giovani e di esperienza dei componenti più anziani».
Qual è il tuo rapporto con Busto?
«Io sono cresciuto nelle Busto delle compagnie, di quando in via Milano si passa con le auto e ci si conosceva bene o male tutti. Anche noi abbiamo fatto delle goliardate, ma sinceramente la situazione del centro adesso mi preoccupa. Noi regole e punti di riferimento ce li avevamo, oggi c’è solo uno smodato culto dell’alcool e vandalismo. Vorrei portare quest’esperienza di persona che ha visto cambiare la città, un nuovo modo di viverla riportando l’aggregazione tra i ragazzi, nelle società sportive e negli oratori. Oggi per esempio, quando parlo con i dirigenti delle società sportive, mi dicono che hanno problemi a reperire bambini da far giocare, forse anche per colpa dei genitori della mia generazione che tendono a non fidarsi più come prima o esclusi dai costi che salgono. Sono problematiche che vista la mia esperienza in questo mondo mi piacerebbe analizzare e, se possibile, risolvere».
Cosa porta la lista di FdI alle elezioni?
«Siamo, come detto, una bella squadra dove ognuno cerca di contribuire con le proprie competenze. Vorremmo arrivare a mettere l’uomo giusto al momento giusto. Personalmente sono felice di poter dare il mio contributo alla città, ma non smanio per vincere: se sarò bravo bene, altrimenti nessuna tragedia. Preferisco tenere un profilo basso, non promettere a vanvera ma lavorare per arrivare al meglio alle urne. Questa filosofia, che condivido con tutta la lista, ci aiuta a mettere insieme persone con esperienze ed età diverse, ognuno con i suoi punti di forza messi al servizio di un obiettivo comune».