Massimo Tosi è un professore dell’Ite Tosi e allo stesso tempo non lo è: «Da qualche anno mi sono distaccato dall’insegnamento e mi occupo di formazione interna dei colleghi». Ora si candida con la lista Forza Busto, a sostegno di Gigi Farioli sindaco.
Dei 35 anni di carriera scolastica ha passato gli ultimi 25 anni in una scuola d’eccellenza dove ribollono anche spiriti politici. Per 3 anni ha anche coperto il ruolo di vicepreside con la professoressa Nadia Cattaneo dirigente.
Si definisce un creativo nel campo della ricerca didattica e metodologica. Vanta una vasta esperienza e una collaborazione con Apple a Cork (in Irlanda) dove è andato a toccare con mano l’innovazione. Una delle cose più rilevanti che sente di aver portato all’Ite Tosi è un nuovo modo di fare didattica: «La Flipped classroom (o classe rovesciata). Un metodo per superare la didattica frontale e creare quella scuola delle competenze che porti ad imparare a fare. Si parte da uno spunto per far lavorare i ragazzi in team, così l’insegnante diventa un coach che stimola la curiosità dei ragazzi»
Chi è Massimo Tosi?
«Sono un libero battitore, mi piace fare scelte in autonomia. Credo che il sistema del rovesciamento possa funzionare anche in politica. Il mio sogno è quello di portare questo metodo nell’amministrazione comunale».
Cosa pensa di portare in un’ipotetica amministrazione Farioli?
«L’attuale centrodestra propone una politica vecchia. Propongo, fingo di ascoltare cosa ne pensano i cittadini ma poi faccio come voglio. Ad esempio alcune risposte di carattere sociale da parte della giunta Antonelli sono state poco soddisfacenti. L’esempio è il centro di Busto dove si rincorre la necessità di sicurezza dei residenti, giustamente, ma si trascurano i giovani che fanno sentire la loro voce danneggiando o con la violenza. Tra loro ci sono anche ragazzi di buona famiglia ma Antonelli non fa altro che minacciare pedate nel sedere (come ha scritto una volta sui social, ndr). In un eventuale amministrazioni non chiedo ruoli ma solo di portare un metodo nuovo: credo che Farioli abbia le doti per poter imprimere questa svolta e la settimana dell’ascolto che sta mettendo in atto ne è un esempio. Il suo presenzialismo e la sua capacità di dialogo sono elementi importantissimi, che non vedo da altre parti».
La politica è ancora il luogo in cui si possono cambiare le cose?
«Da sempre la politica mi ha attirato: talora mi ha coinvolto, talora mi ha fatto sentire parte di una comunità di intenti, talora mi ha dato la sensazione di essere “voce che chiama nel deserto”, talora mi ha disgustato, talora mi ha fatto sentire orfano. Questa la situazione in cui mi trovavo fino a poco tempo fa: il mio spirito liberale si sentiva “orfano di rappresentanza”. Parlando, elaborando idee, credendo in quella lealtà ai nostri principi mai traditi si è aperta la possibilità di un sogno con Farioli. Essere coerenti spesso costa molto e Gigi ha dovuto sperimentare amare delusioni, ma non ha mai perso la sua coerenza. E mi ha ridato la voglia e la possibilità di sognare ancora. Al punto che, mai avendo pensato di “entrare in politica” nel corso della mia vita, mi sono sentito entusiasta di partecipare a questo progetto, che tanti chiamano “laboratorio politico”, che segna linee di continuità e apre la strada di un rinnovamento. Spero che con me tanti cittadini di Busto sentano questo impulso a liberare la speranza di cambiamento che ci portiamo tutti nel cuore, memore dei 10 anni della sua amministrazione. Questa possibilità di “sognare ancora”, questo coraggio di andare “contro” gli schemi imposti, andava ripagata concretamente: ecco le ragioni della mia candidatura al suo fianco, che intende mettere le mie competenze nel campo dell’istruzione e della cultura, al servizio di una ”squadra” che si muove attorno a un’identità di cui Gigi Farioli è il punto di riferimento e l’anima. “Fammi sognare ancora, Gigi” è stato l’invito di un amico a un altro amico in una delle ultime telefonate antecedenti la sua coraggiosa e coerente decisione. Un uomo leale cui si deve lealtà».