È “la lista dei millenial”: Gente di Gallarate è formata da ragazzi che hanno tra i diciotto e i ventuno anni. Nati tra il 2000 e il 2003, «alcuni all’inizio della carriera universitaria, altri all’ultimo anno delle superiori», dice Sonia Serati, la candidata sindaca che è sostenuta da Gente di Gallarate – appunto – è da PiùGallarate.
«Una Gente di Gallarate nuova edizione, composta da persone assolutamente nuove», dice Serati. «Una lista che mi rende profondamente orgogliosa, perché i giovani devono avere voce in capitolo».
Lista da diciassette nomi: sette ragazze e dieci ragazzi. «Noi giovani molto spesso vediamo la politica come cosa astratta, non ci sono molte possibilità di viverlo. E per questo per noi è una ottima occasione» dice Alice Ivanaj, studentessa lavoratrice di ingegneria biomedica, capolista insieme a Said Kerolos.
Viviana Reinhard, responsabile della formazione della lista, sottolinea l’approccio che rende «i giovani protagonisti di un cambiamento da cui si sentono esclusi». «Sono non il futuro ma il presente di Gallarate», aggiunge Giulio Del Balzo, animatore della lista “sorella” PiùGallarate.
«È un modo per mettersi in gioco, con persone adulte e che hanno più esperienza» dice Sara Bellotto, una delle giovanissime candidati. Agli altri – agli esperti di politica – Delia Nicolazzo dice: «Non sottovalutateci».
La scommessa di una lista giovanissima è una scommessa interessante: già nel 2016 l’astensione a Gallarate era stata altissima (al secondo turno votò meno della metà degli aventi diritto) e il segmento dei più giovani era tra quelli a bassa partecipazione. «Potremo essere figure per invogliare a partecipare al voto» dice Giada Caruso. E in effetti potrebbe essere così, perché una pattuglia di ragazzi così giovani (a cui si aggiunge persino qualche sostenitore minorenne) può portarsi dietro un po’ di votanti in più.
Il programma che sostengono è quello della candidata Sonia Serati. Poi ovviamente porteranno il loro contributo. Alla domanda di cosa sia mancato in questi anni a Gallarate, Alessandra Brovelli dice: «Mancava un punto di incontro e che riunisse i ragazzi: molto spesso si scelgono altre località, magari perché ci sono più locali per giovani».
Ma forse alle elezioni manca anche altro: «Una sana ingenuità, non ancora corrotta dalle problematiche che emergono» e spengono l’entusiasmo.