Busto al Centro ha inaugurato questa mattina (mercoledì) una serie di incontri pensati per presentare il programma con il quale si presentano alle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre. Il candidato sindaco Gianluca Castiglioni e il capolista Gianfranco Bottini hanno voluto partire da alcune riflessioni sul centro storico, precisando che, come dice Castiglioni: «Oggi ci occupiamo del centro, il che non vuol dire avere il focus solo su una parte di città; è un discorso complessivo su quello che pensiamo possa essere migliorato, fermo restando che centro e periferia nel nostro programma hanno lo stesso valore». Bottini invece si dice «contento che finalmente si parli di programmi, visto che in questi mesi si è parlato di tutto tranne che di contenuti. Speriamo che i cittadini abbiano la voglia di approfondire con noi le tematiche di cui andremo a discutere per comprendere quale siano le nostre idee sull’andamento della città».
Metodologia
Castiglioni parte proponendo un diverso modo di intendere l’amministrazione, metodo che consentirebbe un superiore grado di concertazione tra le attività ordinarie: «Crediamo che la gestione della città non possa avvenire secondo dipartimenti stagni, gli assessorati sono cellule funzionanti che devono essere coordinate tra loro. Ogni intervento secondo noi ha valenza trasversale, e non può essere efficace se non secondo una logica a 360°. In questo senso, pur essendone felici, non capiamo perché il comune in questi cinque anni abbia partecipato a bandi, adattandoli a zone della città per i quali centrano poco. Un esempio può essere il bando per l’ex calzaturificio Borri: il progetto chiedeva di inserire il social housing, e per prendere punti abbiamo adattato il tutto in una zona che a nostro parere non ha quelle caratteristiche».
Centro
Il candidato sindaco entra poi nello specifico, esponendo quelle che sono state le riflessioni di BAC sul centro storico: «Il centro è il biglietto da visita della città e viene vissuto dai cittadini con momenti di aggregazione o trascorrere il tempo libero. Partiremmo sicuramente dal migliorare l’accesso, e quindi intervenendo sull’inizio di via Milano che sbocca su piazza Garibaldi, ma soprattutto su corso Europa, che ad oggi sembra una tangenzialina atta solo al transito delle auto. Ci piacerebbe valorizzarlo, con verde e attenzione all’arredo urbano che a livello attuale giudichiamo oltremodo mediocri, e magari cambiare il senso di via Montebello: non una via che porta fuori dal centro, ma che sia di ingresso verso piazza Santa Maria. Parlando di piazze, vorremmo poi riproporre il nostro progetto per la piazza Vittorio Emanuele, uscito qualche tempo fa e che aveva riscosso gli apprezzamenti della cittadinanza. È un modello di integrazione tra verde e arredo urbano che permetterebbe alla zona di riprendere vita, di riempire i negozi sfitti e in generale agire da volano per tutto il centro». Non si parla però di pedonalizzazione, questione che accende sempre le critiche dei commercianti, visto che secondo BAC prima bisogna migliorare quello che già esiste e in un futuro cercare soluzioni per l’espansione del selciato pedonale.
Decoro, servizi e accessibilità
«Per riempire i negozi sfitti non basta la bellezza estetica del centro. Crediamo che sulla manutenzione e la piena occupazione degli spazi commerciali debba esserci un intervento del Comune, magari attraverso interventi di pressione sui proprietari, ma anche con incentivi economici atti a far fiorire il commercio in città. Per avere un centro attrattivo chiediamo più attenzione sulla pulizia e sulla disinfestazione; il monitoraggio di stabili occupati abusivamente; del personale assunto per garantire sicurezza, come il vigile di quartiere. In più ci piacerebbe riattivare il wifi del centro, per renderlo più vivibile dalle nuove generazioni e dargli maggiore risalto e visibilità. Esistono ancora barriere architettoniche che limitano gli spostamenti delle persone disabili e degli anziani con problemi di deambulazione, e in futuro speriamo arrivino fondi per migliorare questo aspetto in centro così come nelle periferie».