Nuovo confronto tra i sette candidati sindaco. Tre domande ciascuno per tre minuti di tempo. Matteo Bianchi, Caterina Cazzato, Carlo Alberto Coletto, Davide Galimberti, Giuseppe Pitarresi, Francesco Tomasella, Daniele Zanzi hanno presentato le loro proposte nell’iniziativa promossa dal Circolo di Capolago.
Cosa fare con il piano di resilienza nazionale?
BIANCHI: Attrattività e operosità che vede Varese come città capoluogo. Sul turismo si deve colmare un divario. Abbiamo tante bellezze e dobbiamo saperle presentare. Occorre rivedere la viabilità e poi migliorare la burocrazia pubblica. Caserma Garibaldi sede del comune e palazzo Estense aperto ai turisti.
CAZZATO: Sfruttare al meglio le nostre risorse naturali anche attraverso la tecnologia. Ridare impulso al commercio e turismo. Noi siamo per una Varese europea e multietnica. Non vogliamo una città provinciale. Vogliamo una casa della cultura per l’accoglienza e per far sentire viva la cittadinanza.
COLETTO: Dobbiamo prestare attenzione alle persone con bisogni organizzando una dov’era assistenza domiciliare. È un cambio culturale radicale. Vogliamo azioni per le giovani coppie anche in raccordo con l’università. Una sorta di housing sociale. Poi uno sviluppo del turismo partendo dalla valorizzazione dei giardini. Sulla cultura servono nuove reti in modo da sviluppare attività come avere una orchestra stabile.
GALIMBERTI: La sfida che il Paese ha davanti è l’impiego al meglio delle risorse europee. Noi lavoriamo per farne arrivare grazie a progetti credibili e abbiamo lavorato da subito a un programma sui temi richiesti come i trasporti. Vogliamo collegamenti veloci con Milano, il Canton Ticino e Malpensa che diventerebbe l’aeroporto dell’Area insubrica. In cinque anni Varese ha portato a casa cento milioni per investimenti strategici da bandi regionali, nazionali ed europei.
PITARRESI: Speriamo che il covid non ritorni. Rinuncerei a qualsiasi cifra pur di non avere la pandemia. Negli anni ‘90 Varese aveva 90mila abitanti, ora sono diecimila in meno. La crescita ininterrotta era una bella speranza ma ora siamo in una situazione dove cresce la povertà. Vogliamo fare le grandi opere che spesso si rivelano inutili. La viabilità è un grande problema.
TOMASELLA: Sono l’unico che per esercitare il diritto di stare qui ha speso trenta euro perché io non sono vaccinato e ho dovuto fare un tampone. Il recovery Fund sarà un Mes mascherato e sarà solo un prestito. Dovranno essere usati per valorizzare Varese. Per esempio per venire qui la sera non ci sono mezzi pubblici. Vogliamo spazi, soldi alle associazioni culturali per far vivere al meglio la città.
ZANZI: Il piano messo a punto dal Governo è molto importante. Bisogna lavorare per e non contro. Tutti insieme. Questi soldi andranno restituiti e quindi non vanno sprecati e ci vuole una visione. Non vanno usati a pioggia. La prima cosa è capire cosa vogliamo per il futuro. Noi vogliamo che la città abbia uno sviluppo sull’ambiente e abbia una connessione con l’area vasta. Poi investire sulla formazione. Il nostro oro verde è l’ambiente.
La seconda domanda riguarda i quartieri.
ZANZI: Varese è una città con una grande area con tante castellanze e rioni. Ognuna ha una sua peculiarità e deve essere mantenuta. Non dobbiamo renderli uguali. Dobbiamo avere le idee chiare e non mi pare ci siano. Molti politici viaggiano con i navigatori e non conoscono i quartieri. Non possiamo fare posteggi e marciapiedi ovunque.
TOMASELLA: I quartieri devono essere serviti bene. Il politico deve ascoltare e parlare con la gente. La differenza la fa l’impegno della persona. La politica è una missione sociale e ogni quartiere ha la sua esigenza.
PITARRESI: Abito a Varese dal 1972 e ho lavorato all’Aspem fino al 2012 e conosco bene i quartieri. Ho qualche dubbio che verranno mantenute le promesse del sindaco. La città ha molte famiglie povere che avrebbero bisogno di servizi. Nei quartieri molti sono abbandonati a se stessi.
GALIMBERTI: In questi anni abbiamo fatto molto per i quartieri. Un esempio è il pulmino che dalla Rasa porta gli studenti nelle scuole. Abbiamo resi più sicuri diversi punti di attraversamento. Abbiamo sostituito l’illuminazione pubblica. I comitati di quartiere hanno permesso una partecipazione dei cittadini malgrado la pandemia. La nostra proposta è che questi disegnino i progetti per i rioni stabilendo le priorità.
COLETTO: Varese è una città policentrica il cui centro storico è recente. Occorre che i consigli dei quartieri nascano dal basso in modo da ascoltare davvero i bisogni delle persone. Vanno migliorati i collegamenti con il centro città. Va rivisto il bilancio partecipato così da avere più risorse per i rioni.
CAZZATO: Bisogna dare ascolto in modo costante alle persone. Migliorare la mobilità grazie al servizio pubblico per migliorare l’ambiente. È necessario che tutti i quartieri abbiano servizi validi. Vanno usati i grandi flussi di dati per rispondere ai bisogni dei cittadini creando anche scambi tra i rioni. Rivedere i piani urbanistici per migliorare il decoro e la sicurezza.
BIANCHI: È fastidioso mostrare il green pass ma non ci sono alternative per ripartire in sicurezza. Varese con il suo policentrismo può cogliere delle opportunità e può avere un futuro su tanti temi. Sulla sanità con una medicina territoriale. Abbiamo bisogno di presidi anti degrado. I nostri rioni non sono periferie ma abbiamo bisogno di vigili di quartiere grazie a una riorganizzazione della macchina comunale.
La terza domanda riguarda Capolago. Le criticità segnalate dalla cooperativa sono la mancanza di parcheggi, sicurezza stradale, potenziamento banda larga, riqualificazione e manutenzione.
Cosa si può fare?
GALIMBERTI: Capolago è migliorato rispetto a cinque anni fa. C’è più luce con interventi nuovi. È stato realizzato il parcheggio lungo la provinciale che servirà anche alla pista ciclabile. Dal 2022 avremo un nuovo gestore per i servizi della manutenzione. Sul miglioramento dell’arredo urbano abbiamo come modello la via Del Cairo o quanto fatto alla Rasa. Progetti per far vivere i quartieri. Abbiamo sempre più zone ben coperte dalla banda larga portando anche la fibra.
CAZZATO: Per Capolago non vogliamo interventi spot come cambiare la pavimentazione e basta. Le procedure per ristrutturare sono troppo complesse e vanno riviste.
ZANZI: A Capolago c’è un problema di viabilità che diventa una scorciatoia per Gasparotto. C’è carenza di parcheggi ma per far cosa? C’è sempre bisogno ma va programmato con altri interventi. Qui c’è una ottima rete di sentieri. Abbiamo messo il limite a 30 all’ora ma non ovunque e va estesa per migliorare la sicurezza.
PITARRESI: Su Capolago diciamo che gli abitanti hanno ragione. Appena saliamo un po’ va tutto bene e questo è clientelismo anche se ha lavorato bene come consigliere comunale. Presentare otto liste si chiama estorsione di voti nel termine più nobile della parola. A Capolago prima c’era tutto e ci si incontrava qui senza bisogno di andare al supermercato. Se diventassi sindaco toglierei i giornali dai supermercati.
TOMASELLA: Viste le esigenze tutti diremo che risponderemo, ma là differenza la faranno le persone. Il politico dovrà tornare nel quartiere per spiegare cosa sta facendo. Vanno migliorati mezzi di trasporto.
BIANCHI: Ad agosto 2020 dovevano iniziare i lavori del parcheggio e ancora non ci siamo, così come altre manutenzioni, la possibilità di realizzare dei dossi stradali. Il tema dell’erba alta non è di destra o di sinistra ma va risolto. La banda larga è necessaria e il comune deve lavorare con gli operatori. Va rivitalizzato anche l’arredo urbano. Serve una adeguato sistema di video sorveglianza al cimitero come richiesto.
COLETTO: Le problematiche che ci sono state sottoposte sono tipiche come tanti altri borghi di Varese. È andata persa la caratterizzazione che aveva. Vanno valorizzate le realtà locali. Capolago potrebbe essere un progetto pilota per tutta la città.