Gianpietro Ballardin si candida per il terzo mandato a sindaco per Brenta appoggiato dalla lista “Uniti per Brenta”. Sessantotto anni, pensionato e nonno, torna a correre per il ruolo di Primo Cittadino con le idee chiare e la passione di sempre. «Ho sempre avuto la passione per la politica. Quando ero giovane partecipavo ai consiglio comunali come spettatori per capire e imparare. C’è stato un periodo in cui i consigli comunali venivano trasmessi in Tv e e li seguivo sempre».
Ballardin è stato eletto sindaco per la prima volta nel 1997, è stato eletto in Consiglio provinciale per due mandati ed è assessore in Comunità Montana all’Ecologia e al Turismo. È presidente della Conferenza dei comuni nell’ambito territorio e quando si racconta spiega: «Per fare il sindaco ci vuole passione, irragionevolezza, un minimo di utopia e la voglia di migliorare la società. Il comune ha tante questioni da affrontare quotidianamente, è l’interfaccia tra lo Stato e il cittadino».
Quali sono i motivi della candidatura e quando è maturata l’idea di riproporsi?
«Pensavo di non ricandidarmi, ma non ci sono ancora i tempi maturi per passare il testimone ai giovani. Ho già individuato persone che potranno sostituirmi, che partecipano attivamente alla vita politica e dell’associazionismo del paese, sono ragazzi che possono mandarmi in pensione. Al momento sono stimolato anche nel completare il percorso di sviluppo turistico avviato con Comunità Montana Valli del Verbano, per salvaguardare e incentivare la condizione di bellezza del nostro territorio. Credo nel futuro e va lasciato a chi può migliorarlo»
In che modo ha costruito la sua lista?
«È composta da 6 uomini e 5 donne, alcuni già parte dell’attuale maggioranza, altre nuove. Sono giovani tutti preparati e con tanta voglia di fare. Poi ci sono figure indispensabili come alcuni pensionati, che hanno la possibilità di essere presenti sul territorio. Il lavoro di un comune va seguito direttamente e quotidianamente, bisogna collaborare e dedicare molto del proprio tempo».
Quali sono le priorità per il paese e come se lo immagina fra cinque anni?
«In questi anni abbiamo lavorato moltissimo per la formazione dei nostri ragazzi, per la scuola dell’infanzia e dell’asilo. Abbiamo migliorato strutture e servizi, rendendole sempre più a misura di bambino e andando incontro alle esigenze delle famiglie. Penso al pre-scuola, al dopo scuola, alla mensa con centro di cottura interno, alla scuola “dei colori”, proprio perché è un luogo pensato per i bambini. Ma penso anche al centro anziani, altro punto focale. Abbiamo lavorato per migliorare moltissimi aspetti di questo paese: penso alla Chiesa di San Quirico, al parco pubblico inclusivo, agli spazio di aggregazione, all’ascensore per raggiungere la chiesa del paese e molto altro. Ma anche progetti per conservare il centro storico e le sue peculiarità. Tra cinque anni mi immagino una amministrazione che sia riuscita a migliorare e incrementare sempre di più il rapporto di vicinanza tra il comune e la popolazione».
La pandemia ha messo a dura prova il tessuto sociale del territorio anche nei piccoli comuni: qual è la sua ricetta intervenire?
«Non ci sono ricette facili. L’unica possibilità che abbiamo è quello di fare in modo che la gente torni ad aver voglia di partecipare alle attività del paese, anche con l’appoggio della associazioni del territorio. Abbiamo già il progetto di riqualificare un edificio nel centro del paese per realizzare una nuova biblioteca, un cinema all’aperto, un’aula studio e una sede per la associazioni».
Quali tra le priorità sulle quali intervenire?
«Lavoriamo da anni sul complesso tema della bonifica dell’ex conceria Fraschini. Stiamo lavorando con il tribunale fallimentare per individuare i proprietari e applicare l’ordinanza che ho già emesso, quindi procedere con la bonifica. Abbiamo già a disposizione 60 mila euro per la caratterizzazione e 700 per la bonifica. Questo è certamente un traguardo che mi piacerebbe raggiungere. La vita è complessa e ha molte complessità burocratiche che non sempre vengono comprese all’esterno».
Rispetto alla sua idea di fare politica, invece, spiega per concludere: «Ognuno di noi ha un’idea ma è importante contribuire a tutta la comunità di base. Due minuti dopo essere stato eletto un sindaco deve sapere operare per il bene di tutti e non solo di una parte dei cittadini».
Lo speciale elezioni – I candidati sindaco e le liste per Brenta