Ieri sera è andato in scena quello che probabilmente rimarrà l’unico confronto faccia a faccia tra i candidati sindaco di Busto Arsizio. Organizzato dal Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto e da Medicina Democratica, è stato moderato dalla giornalista della Prealpina Angela Grassi. L’incontro è stato disatteso dal sindaco uscente Emanuele Antonelli e da Laura Bignami, sostituita dal marito e capolista Giampaolo Sablich.
Le personalità sul palco hanno dato vita ad una serata di confronto tutto sommato pacata, durante la quale sono emerse le diverse visioni in merito alla sanità territoriale pubblica.
In particolare, si è discusso della riforma della legge regionale 23 che punta rivoluzionare il sistema sanitario lombardo, «eroso in questi vent’anni dalla privatizzazione dei servizi» come ricorda il presidente di Medicina Democratica Marco Caldiroli, e sul ruolo che il sindaco dovrebbe giocare in ottica di politica sanitaria locale. Sono rimasti tutti d’accordo sul fatto che serva un’integrazione tra i servizi sociali e la sanità pubblica, in modo da intercettare meglio le esigenze dei cittadini, e che il sindaco debba giocare un ruolo attivo, al netto delle difficoltà, quando si tratta della salute dei cittadini.[lefoto id=1248579]
Qui, Chiara Guzzo e Sablich hanno introdotto il problema Accam, strettamente connesso alla salute degli abitanti di Busto Arsizio. In generale, si è capito che tutti si propongono con una concezione globale della sanità, che non vuol dire solo servizi prettamente ospedalieri, ma come dice Gianluca Castiglioni, candidato di Busto al Centro «è anche prevenzione, stile di vita, attività sportiva, tutte politiche che possono e devono essere pensate a prescindere dall’età e dal genere delle persone».
Maurizio Maggioni, candidato della coalizione di centrosinistra, ha invece espresso rammarico per la mancata inclusione dei cittadini nel dibattito sulla riforma, puntando il dito contro i problemi della privatizzazione della sanità lombarda: «I privati, per forza di cose, guardano alle cure ad alta intensità, quelle più remunerative, e quindi la prevenzione non esiste ad oggi».
Gigi Farioli ha invece risposto affermativamente alla sotto-domanda se istituirebbe un assessorato alla sanità , proponendo assessorati trasversali che lavorino per obiettivi e non a compartimenti stagni: «Solo così si possono mettere al centro la persona e i suoi bisogni». Le due domande proposte dal format lasciavano volutamente in ombra la vicenda del nuovo ospedale unico, ma le risposte hanno accarezzato il tema con varie sfumature fino a quando una domanda dal pubblico ha portato sul tavolo la questione.
«Non vogliamo ospedali che siano supermercati della salute» ha tuonato Sablich, supportato nella contrarietà alla nuova struttura da Maggioni e Guzzo, secondo i quali gli ospedali esistenti debbano essere rimesse a nuovo senza procedere ad ulteriore consumo di suolo. Castiglioni e soprattutto Farioli, favorevoli al nuovo ospedale, hanno invece puntato sulla qualità della futura struttura che, integrata con le case di cura all’interno dei distretti sanitari istituiti con la nuova legge, potrebbe risolvere le problematiche degli ospedali esistenti.