Problemi da campagna elettorale: pubblichiamo la lettera di una partecipante a una chat di controllo del vicinato a Bobbiate, e candidata in una lista diversa, che “denuncia” il fatto che “A Bobbiate l’amministratore usa la chat per farsi la campagna politica, impedendo però agli altri partecipanti di fare altrettanto”

 

Ottima idea quella di organizzare gruppi di controllo del vicinato, con lo scopo di segnalare persone estranee dai comportamenti anomali, che possano rappresentare rischi per gli abitanti del quartiere. Iniziativa che ha già guadagnato l’approvazione di ampi gruppi.

Ma, quando la persona che amministra la “chat”, candidata in una lista per le elezioni, la sig.ra Laura Ponzin, usa i contatti per comunicare i suoi incontri, distribuire articoli stampa, però escludendo altri partecipanti al gruppo, pure candidati, minacciandoli di “espulsione”, la cosa diventa antipatica, al limite del legale.

E’ successo a Bobbiate, dove l’amministratrice, in lista con il candidato sindaco Zanzi, aveva cominciato a fare critiche o ad esaltare le opere di candidati della sua lista, comunicando le sue occasioni pubbliche. Uno sfruttamento dei contatti della chat del controllo del vicinato, che era stato già messo in dubbio fin dall’inizio.

Nel frattempo, visto che abitavo nello stesso quartiere, dopo 30 anni di esperienza aziendale e responsabilità dell’offerta di sicurezza logica e sviluppo progetti, ho deciso di mettermi in gioco, candidandomi a mia volta, ma in un’altra lista, Varese con Bianchi sindaco

Poiché gli appuntamenti della “amministratrice” erano stati ampiamente divulgati, corredati anche da commenti sull’operato di Zanzi come vicesindaco, e articoli vari costruiti ad hoc, ho creduto bene di poter avvisare i vicini, per “Par Condicio” segnalando un incontro di presentazione di tutti i candidati in centro a Varese.
Nulla di più.

Subito la reazione, con la minaccia di espulsione dalla chat, dopo un attacco personale. Un gesto antidemocratico che oltretutto indica che l’amministratrice non aveva capito nulla dei principi di base fondanti una chat di controllo del vicinato, dove è vitale la partecipazione di tutti.

Sono seguiti numerosi abbandoni di persone stanche di subire informazioni non cercate, altre invece sono state espulse, senza preavviso, per aver “osato” dire qualcosa di poco gradito, o avermi dato ragione.

Il Gruppo di Controllo del vicinato, per funzionare, deve essere un’iniziativa sistemica, e coinvolgere tutta la popolazione. La sicurezza deve essere affrontata in ottica integrata, dove le varie soluzioni, comportamentali, tecnologiche ed organizzative, interagiscono e si complementano.

Sono a disposizione i WhatsApp che testimoniano quanto detto.

Anna De Robertis