«Sono qui a presentare il Matteo di Varese, adesso i Matteo vanno di moda». Ha voglia di scherzare il ministro Giancarlo Giorgetti, sarà l’aria del Sacro Monte. È intervenuto con Barbara Bison, il cui nome nel recente passato era circolato tra quelli candidabili dal centrodestra per la poltrona di sindaco a Varese, per la presentazione del programma di Matteo Bianchi.
Il paesaggio notevole che si osserva dalla terrazza del Camponovo e l’aria fresca lo riportano subito all’obbiettivo. «Abbiamo scelto Matteo Bianchi – continua il ministro dello Sviluppo economico – perché ha esperienza, competenza ma sopratutto per un suo tratto caratteriale: ha la capacità di ascoltare e fare sintesi tra le diverse anime che pur ci sono nella coalizione che lo sostiene».
È la seconda volta che il ministro Giancarlo Giorgetti, uno degli uomini più influenti della Lega, si “scomoda” per Matteo Bianchi. La Lega è concentrata sull’obiettivo Varese perché è anche una questione simbolica, essendo stata la culla del partito fondato da Umberto Bossi.
«Bisogna evitare – ha continuato Giorgetti – di parlare e discutere tanto, ma bisogna decidere, perché amministrare e governare è decidere. Voi parlate sempre di Varese, ma esiste anche la Varese plurale, costituita da Casbeno, Bobbiate, Calcinate del pesce, Velate, Bizzozero e da tutte le castellanze. Quindi penso che chi voglia governare Varese debba avere in testa queste realtà che meritano attenzione. Se qualcuno di voi chiude gli occhi e vede il degrado di alcune zone di questa città, si accorge che non siamo in linea con quello che si continua a pensare fuori di Varese. Lo sforzo è ridare vita, vitalità e splendore a questa città. Se andate a Lugano vedete una città sorella e gemella, ma profondamente diversa. Questa è l’ambizione che dobbiamo avere».
Particolarmente ispirata la Bison, la cui candidatura era stata spesa dalla Lega all’inizio della campagna elettorale. Il suo è stato un discorso non solo sulla persona, ma anche sul significato della scelta di Matteo Bianchi da parte della coalizione, ammettendo con sincerità le difficoltà e i problemi avuti in passato: «Matteo si è rimboccato le maniche e si è messo all’opera. Noi come coalizione siamo orgogliosi di averlo come candidato perché è un uomo concreto, giovanile e di esperienza. È il perfetto trait d’union tra le nuove e le passate generazioni, la perfetta connessione tra le nostre tradizioni e la capacità di guardare avanti. Matteo sa cosa significa buona amministrazione per i cittadini e con i cittadini. Siamo orgogliosi di averlo come candidato perché ha dato una grande prova di amore per la città e il territorio. Matteo attualmente siede al Parlamento eppure si è dichiarato subito disponibile a fare un passo indietro per ritornare sul territorio e vi assicuro che questo nella politica non è assolutamente scontato, anzi».
La coalizione di centrodestra ha iniziato a lavorare sulla campagna elettorale molto tempo prima di questa candidatura. «Abbiamo avuto vicissitudini degne di una trama per un film con colpi di scena e momenti di difficoltà, con personaggi molto importanti che purtroppo si sono dovuti ritirare». E subito è scattato un applauso nei confronti di Roberto Maroni, candidato forte della coalizione, costretto al ritiro per motivi personali. «Abbiamo avuto comparse che sono durate il tempo di un caffè, come la sottoscritta – ha detto ironicamente la Bison -. Insomma non ci siamo fatti mancare nulla. Dopo i momenti di difficoltà e di sconforto, in tutta la coalizione è prevalsa la voglia di lavorare per Varese e mettersi a disposizione dei cittadini».