Nicholas Burchielli è candidato nella lista dei Riformisti a sostegno della coalizione liberalpopolare riformista che presenta Gigi Farioli come candidato sindaco. A giugno si è diplomato al liceo Crespi, indirizzo linguistico, e in questi giorni è alle prese con i test di ingresso all’Università Statale di Milano; al 99%, dice, frequenterà scienze dei servizi giuridici. A 19 anni è il candidato più giovane a presentarsi alle elezioni amministrative del 3/4 ottobre. L’interesse per la politica e per la comunità nascono però molto prima.

Chi sei?

«Sono un ragazzo che sta cercando di costruire il proprio futuro. La mia passione politica deriva da alcune esperienze che ho fatto da adolescente, iniziando con il far parte degli staff tecnici di due società di calcio (San Marco, nel suo quartiere e Antoniana). Con il liceo ho invece iniziato ad interessarmi alla politica studentesca, venendo eletto per tre volte rappresentante di classe e successivamente, nell’anno scolastico 2019/2020, rappresentante d’istituto. È stato per ovvie ragioni un anno a due facce: fino a febbraio abbiamo organizzato eventi, stretto convenzioni e creato un bel senso di appartenenza e coesione tra gli studenti, anche grazie ad un canale comunicativo efficace, inedito per la storia dell’istituto; poi, nella confusione dei primi giorni di pandemia, siamo riusciti rimanere un punto di riferimento, spendendoci come tramite per mettere in piedi la didattica a distanza. È stato un periodo difficile che però mi ha reso orgoglioso. Adesso inizierò l’università, una sfida che affronto con entusiasmo. Se la pandemia ci concede una tregua sarà bellissimo tornare a vivere”.

Cosa ti ha spinto ad affacciarti alla politica “dei grandi”?

«Vedere una persona come Gigi Farioli, rimettersi in gioco, dopo tutto il bene che ha fatto per la città, è stato sicuramente d’ispirazione. A maggior ragione per me, in questa fase di riflessione sul futuro. Aderisco quindi ad un progetto che offre una visione credo convincente e spero vincente; a prescindere dai risultati, comunque, sono convinto che sarà un bel percorso. I prossimi cinque anni saranno importanti per Busto e per l’Italia, con i soldi del PNRR che possono fare da volano a ulteriori processi di innovazione. Anche se sono l’ultimo arrivato, spero di poter dare il mio contributo”.

Qual è il tuo punto di vista su Busto?

«Penso che i giovani e la politica debbano iniziare a parlare la stessa lingua. Nei discorsi con i miei coetanei vedo tanta disillusione verso la politica, ed è un peccato. Mi piacerebbe istituire un canale di comunicazione, per far si che si sentano parte della vita cittadina. Dargli la suggestione secondo cui la politica può dar vita alle idee dei cittadini. Dall’altro lato, bisognerebbe trovare un modo nuovo per rivolgersi ai giovani, senza cedere alle lusinghe del populismo. Credo infatti che sia più utile convincere davvero le persone, anziché usare quella che considero una sorta di corsia d’emergenza, con programmi e buone idee».