Alice Rossi è candidata con la lista Riformisti – Lavoriamo per Busto che, insieme a Forza Busto – Civici, Liberali e Popolari, sostiene la corsa al municipio di Gigi Farioli. Commerciante in centro, classe 1989, ha la politica nel sangue: è infatti nipote del sette volte sindaco Gian Pietro Rossi, venuto a mancare nel luglio di due anni fa. Un nonno che le ha trasmesso un amore sconfinato per la città e la voglia di mettersi in gioco, per la prima volta, nella politica attiva.
Chi sei?
«Sono nata e cresciuta a Busto, facendo tutta la trafila delle scuole fino al liceo Crespi, per poi laurearmi a Brera. Vivo la città come commerciate in un negozio di cosmesi naturale, lavoro che mi ha permesso di conoscere lati di Busto che prima ignoravo, così come stare a contatto con i bustocchi ha cambiato la mia prospettiva sulla città. inoltre, da diversi anni sono donatrice di midollo osseo iscritta all’associazione ADMO: credo fermamente che tanti piccoli passi possano migliorare il nostro mondo e che ognuno di noi ne sia responsabile».
Come ti sei avvicinata all’idea di candidarti?
«In casa ho respirato aria di politica da sempre: era inevitabile considerando mio nonno, che è stata una personalità fondamentale nella storia della città. Negli ultimi anni mi ero legata molto a lui, cosa che mi ha permesso di vedere la città anche con i suoi occhi. Amava stare in mezzo alla gente, e solo per fare a piedi da piazza Santa Maria a piazza San Giovanni ci metteva due ore, salutava sempre tutti e ascoltava con attenzione. Restava interessato alle persone, e questo mi riporta ad una concezione umana di politica, vicino ai cittadini, che è andare oltre alle mere istituzioni. È la mia prima candidatura ma negli ultimi tempi avevo aiutato mio nonno che, per quanto tecnologico e curioso, aveva bisogno una mano per cimentarsi con i social. Conosco Gigi Farioli da molti anni, mio nonno lo stimava; ci siamo ritrovati un mese fa e dopo una bella chiacchierata ho pensato fosse importante fare questo primo passo. Mi sono trovata in una squadra eterogenea, con una visione a 360° che permette di pensare ai problemi da più punti di vista e renderli quindi gestibili. Questo è sicuramente un valore aggiunto della lista».
Cosa pensi serva alla città?
«Credo che Busto abbia tanti problemi ma altrettante potenzialità. Vivendo il centro da commerciante, penso che sia poco valorizzato; magari a volte ci si concentra più sul portare gente e meno sull’aiutare il commercio. Ci si dimentica poi che il centro non riguarda solo due vie, ma che abbiamo vicoli bellissimi che sono lasciati a loro stessi. Ci sono strutture eccellenti, abbiamo storia, arte e sport che dobbiamo riuscire a fare emergere. Siamo una grande città che purtroppo pensa in modo un po’ provinciale, dovremmo fare quel salto di qualità per diventare grandi non solo di numeri».