«Per rilanciare la cultura di Busto Arsizio e i suoi luoghi potrebbe essere utile una fondazione». Lo sostiene la lista Busto al Centro che candida a sindaco Gianluca Castiglioni, nel secondo appuntamento elettorale nel quale ha presentato una parte del programma elettorale.
Perchè una fondazione? «Per agevolare la creazione di un ecosistema creativo e culturale, l’innovazione sociale e lo start-up di imprese innovative a vocazione culturale, l’impatto collettivo delle azioni filantropiche, il potenziamento della capacità di raccolta di finanziamenti europei, la digitalizzazione, la trasparenza dei processi amministrativi anche in campo culturale; la predisposizione di strumenti di comunicazione istituzionale».
Il museo del Tessile è il cuore del progetto di rinnovamento di Bac. L’attuale edificio e la sua area circostante, ad esempio, andrebbero rivisti: «Un grande magazzino pieno di macchine che non può essere definito un museo moderno. Andrebbero ripensati gli spazi, anche esterni, collegando in un unico polo anche le due ville Ottolini Tosi e Tovaglieri» – spiega Maria Giovanna Massironi.
La sua idea è quella di creare un distretto culturale che sappia ospitare associazioni, scuole, occasioni di formazione legate al tessile e alla città: «Sogno una città un po’ meno calvinista e meno legata alla cultura del lavoro ma che sappia anche creare bellezza, socialità tra i giovani che non hanno altro luogo che l’oratorio per aggregarsi».
La Massironi critica fortemente anche l’inserimento del museo della bicicletta nella sala del ricamo: «Quel museo ha senso di esistere ma non in quel luogo. Il rischio è che vengano sviliti entrambi. Non mancano spazi nella nostra città per dare la giusta dignità alla storia della bicicletta».
Busto al Centro pensa anche a progetti dedicati ai più piccoli: «Servono contesti pensati per loro e non basta adattare quello che c’è alle attività per i bambini. I più piccoli vanno rispettati in questo senso».
Gli spazi esterni del Museo «devono assumere il senso di un’agorà – spiega la candidata consigliera – per esempio potrebbero essere realizzate delle serre nelle quali coltivare piante legate al tessile o alla tintura. Immaginiamo l’impiego di persone anziane che, in uno scambio intergenerazionale, insegnano ai bambini come si coltivano queste piante».
Completa il pensiero Massimo Ferioli: «Tutto questo va organizzato in modo fattivo, sfruttando anche la nostra vicinanza a Milano. Vanno inseriti nuovi strumenti per i giovani perchè possano dialogare con l’amministrazione e, in particolare, l’assessorato alla Cultura». Poi chiude con un’idea per le ex-carceri: «La struttura è molto vincolante. Perchè non farne sale prova per i musicisti della zona?».