Alla fine il confronto c’è stato davanti ad un teatro Sociale pieno, per quanto possibile con le norme covid: molti sostenitori e candidati ma anche qualche cittadino incuriosito. I giovani di Politics Hub hanno infatti messo sullo stesso palco i sei candidati sindaco per una serata in stile “televisivo” con domande secche sui programmi e un tempo di tre minuti a risposta. Un ritmo serrato che ha permesso di minimizzare (ma non eliminare) le polemiche, con i candidati che hanno dovuto mettere il focus sui temi. Due domande, su ambiente e politiche giovanili, più un appello finale sulla “Busto che vorrei”.[lefoto id=1250901]
Emanuele Antonelli
Ambiente
Alla domanda che chiedeva come rendere più efficace la raccolta differenziata, Antonelli dice che “le politiche ambientali sono ormai una priorità, verso il miglioramento della vita dei cittadini e la transizione proposta dal PNRR. Nel programma ho scritto che voglio aumentare la percentuale di riciclo dal 72% all’80%; va ricordato innanzitutto che cinque anni fa stavamo al 60%, questo anche grazie alla bravura dei cittadini, a cui va il mio ringraziamento. Per migliorare, penso ad un tavolo permanente che coinvolga amministratori di condomino e rappresentanti dei quartieri e ad incentivi economici a chi si comporta più virtuosamente. In più facciamo già un gran lavoro di sensibilizzazione nelle scuole, vorremmo implementare il lavoro positivo degli spazzini di quartiere. In più, la creazione di Neuitalia è un orgoglio, una società pubblica, con tre soci che trasformerà l’inceneritore in termovalorizzatore”.
Giovani
La domanda verte sulle modalità con le quali avvicinare mondo della scuola e del lavoro. Antonelli dichiara che “l’amministrazione ha sempre avuto un rapporto stretto con le associazioni di categoria, anche attraverso l’assessorato per lo sviluppo del territorio, che ha favorito un dialogo aperto e e creato un tavolo permanente per discutere su questi temi. Tra le problematiche che emergono, le aziende chiedono più formazione, bisogna lavorare per sopperire questo gap. Per questo lavoriamo sull’orientamento, con il salone delle professioni per esempio, ma anche grazie agli ITS, che svolgono un lavoro fondamentale di cui si parla poco”.
Appello
“In questi cinque anni ho lavorato con passione, e in parte sono riuscito a fare quello che c’eravamo proposti. Sogno poco, ma con i 68 milioni di bandi portati a casa nonostante la pandemia, sognare è obbligatorio”.[lefoto id=1250902]
Maurizio Maggioni
Ambiente
Nel programma del Patto del Cambiamento è inserito un osservatorio per la qualità dell’aria. “Il monitoraggio deve essere implementato- dice Maggioni- ma rimane uno strumento complemento alle politiche ambientali più ampie. Pensiamo che sia importante porsi obiettivi, dai quali partire per fare politiche in linea con gli obiettivi europei. La diversità è nel metodo di lavoro, individuando le fonti di inquinamento come il traffico, il riscaldamento e gli impianti di energia. Su questa strada il monitoraggio consente di mettere dei paletti intermedi all’obiettivo posto”.
Giovani
La domanda era sul mancato dialogo tra amministrazione e giovani. Maggioni dice che secondo lui “l’indifferenza non è dei giovani, ma piuttosto negli adulti che trasmettono disaffezione verso la politica. Il punto è che i giovani devono avere obiettivi credibili, ed essere indirizzati a raggiungerli con creatività e lavoro. Le nostre agenzie di formazione (scuole, volontariato e sport) devono essere messe in contatto per lavorare insieme verso obiettivi comuni: educazione alla legalità, partecipazione, costruzione di creatività. È un approccio culturale richiesto quasi per legge e favorisce a creare una democrazia reale”.
Appello
“Nella città che vorrei abbiamo colmato i ritardi che abbiamo accumulato in questi anni e siamo in grado di affrontare le nuove sfide. Si sente la spinta al cambiamento, anche perché credo che la cittadinanza si chieda come siamo arrivati ad essere una delle città più trafficate e inquinate d’Europa. I limiti devono quindi essere monito per spingerci a fare meglio”.[lefoto id=1250903]
Castiglioni
Ambiente
Nel programma di BAC è inserita un’idea sulle coperture fotovoltaiche: “La richiesta della nostra citt- dice Maggioni- è per forza elevata. Pensiamo che l’amministrazione si debba far carico in maniera sistematica delle questioni ambientali: per questo abbiamo proposto di usare aree già vive, come quella del mercato, per installare impianti fotovoltaici alti, sui 4/5 metri, che permettano al contempo di produrre energia e far svolgere attività anche quando piove. Il fotovoltaico è poi solo uno dei metodi, er esempio la geotermia è ancora meglio. Non si potrà coprire tutto il fabbisogno della città, ma intanto il comune incasserebbe dalla produzione della propria energia”.
Giovani
BAC ha anche proposto un’app per gestire il trasporto pubblico cittadino e avvicinarlo ai giovani. Su questo Castiglioni dice che “una città smart è il nostro obiettivo. ‘amministrazione deve cambiare prospettiva su questo, noi ci siamo fatti aiutare dai quattro giovani candidati che presentiamo. Impariamo ad ascoltarli con continuità per farli partecipare davvero alla vita cittadina, evitando quelle pose della politica che tende ad ascoltare e poi appropriarsi delle idee”.
Appello
“Vorremmo la città delle tre A: attenzione, ascolto e azione. Una città che non lasci indietro nessuno né per età né per categoria lavorativa, in cui l’amministrazione sia in grado di dialogare con il cittadino, ma anche con le minoranze, cosa che in questi cinque anni non ci pare sia successa”.[lefoto id=1250904]
Laura Bignami
Ambiente
Alla domanda sulla conversione energetica proposta nel suo programma Bignami risponde dicendo che “non si devono aumentare gli spazzini, insegnami piuttosto a non buttare le cose per terra. In generale quelle nel programma sono tutte proposte necessarie verso la transizione verde, possiamo anche arrivare al 90% del riciclo ma se continuano ad avere un inceneritore continueremo ad essere famosi per l’inquinamento e per le malattie ad esso collegate”
Giovani
“Busto ha tante associazioni giovanili, ma non ha una rete. Oggi ci troviamo davanti a giovani che hanno sofferto per la pandemia, è giusto dargli la possibilità di sognare una città diversa compiendo azioni positive per la collettività. Inoltre mi piacerebbe realizzare, magari in un edificio dismesso, una casa delle culture dove scambiarsi tradizioni e raccontare il proprio background culturale.
Appello
“Mi piacerebbe una città dove una piccola parte di benestanti si trasformi in un totale di benessenti, abbiamo tutti il diritto di stare bene nella nostra comunità. Cambierei sicuramente la modalità con cui si esercita la carica di sindaco, vorrei che fosse sindaco di tutti e non solo di una parte, che sappia cosa siano la democrazia, la costituzione e il rispetto”.[lefoto id=1250906]
Gigi Farioli
Ambiente
“La pandemia- dice Farioli- ci ha obbligato a cambiare paradigma e anche a ridimensionarci. Siamo in mezzo alla pianura padana, influenzata dalle condizioni meteo e ambientali. Io ripartirei da un nuovo patto tra i sindaci, per monitorare obiettivi e accountability dei politici, puntando verso sviluppo sostenibile ed economia circolare. La pandemia ha anche evidenziato come la decrescita felice porti a miseria, per questo credo in uno sviluppo che sia davvero sostenibile e che lotti per efficientare e minimizzare gli spechi”.
Giovani
“Mi piacerebbe che i giovani abbiamo luoghi che possano sentire propri, dove far nascere protagonismo in un centro fatto da giovani per giovani. Occorre quindi che si creino assessorati per obiettivi, con obiettivi trasversali e intersettoriali dove coltivare cittadinanza attiva. Questo crea contatti intergenerazionali, tutoraggio, possibilità di smart-working e co-working; queste sono le linee guida del PNRR, ci sono molte aree dismesse che fanno al caso nostro. Abbiamo delle scuole che sono eccellenze, a noi il dovere di far incontrare domanda di svago, lavoro, e aspettative dei singoli”.
Appello
“Vorremo una città in cui si possa sognare, dove ci sia una vocazione all’unità, una città pensata per le famiglie. Uno sviluppo sostenibile senza alcun tipo di barriera, recuperando il protagonismo degli imprenditori mecenati che fecero grande Busti nel passato, che avevano i piedi per terra ma la testa sempre nel fututro”.[lefoto id=1250905]
Chiara Guzzo
Ambiente
“Quando si parla di limitare i consumi si deve per forza parlare di come si immagina la città del futuro. Noi la pensiamo totalmente rivoluzionata per permetterci di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità; oggi abbiamo molto consumo di suolo e non ci sono incentivi al verde. Il verde, ormai, lo vediamo solo sulle rotonde. Questo impatta sulle scelte delle persone che scelgono di andare da qui: essere green vuol dire tornare ad essere attrattivi, ed è una sfida che parte dalle scuole, dall’educazione, per far comprendere che consumare di meno è un dovere”.
Giovani
“Ci interessa soprattutto limitare l’isolamento sociale dei giovani, provati da due anni di pandemia. È quindi più che mai importante coinvolgerli in iniziative per farli sentire cittadini: l’idea della consulta dei giovani e del battesimo civico non sono idee nostre, ma sono sperimentate positivamente in altre città. C’è poi anche il problema dell’abbandono scolastico e del mancato orientamento, bisogna trovar eil modo di avvicinarsi ai ragazzi che appaiono più in difficoltà, magari tramite luoghi per incontrarsi e sentirsi partecipi di qualcosa. Pensiamo secondo un principio di tolleranza dieci, non zero; a loro deve essere concesso di sbagliare qualcosa per crescere”
Appello
“L’idea dietro la lista era capire il senso di essere cittadini. Portiamo quindi avanti un discorso di città inclusiva, che non sia un parco giochi ma che tenga conto di tutti, soprattutto delle fasce svantaggiate. Solo tramite le idee dei giovani possiamo arrivare a questi obiettivi, perché a loro e alle generazioni future spetterà il compito di interessarsi in futuro della città”.