L’occasione per il colloquio è la nascita del nuovo sito del circolo di Varese del PD: «E uno strumento importante: qui raccogliamo comunicati, prese di posizione, oltre a raccogliere tutti i numeri del notiziario. uno strumento importante che non servirà solo a segnalare gli ottimi risultati dell’amministrazione, ma anche a lanciare idee per il futuro Varese»: cosi parla il segretario del PD Varese Città, Luca Carignola, e dal sito è inevitabile finire a parlare delle elezioni aministrative, che sulla carta sono tra pochi mesi.

«Secondo me in questo momento è impossibile fare previsioni – Spiega – Le elezioni dovrebbero tenersi in primavera, ma tutto dipende dall’andamento della pandemia: se la terza ondata diminuisce, e il vaccino funziona, si potranno fare. Sennò no: ma non si possono fare previsioni fondate, ora».

In un contesto del genere come si prepara una campagna elettorale?
«È complicato, perché la socialità è ridotta a zero o quasi. Non vogliamo però perdere tempo, perciò cominciamo a raggiungere le persone con chiamate e call. Stiamo facendo una serie di incontri con la città, per mettere le basi per il futuro programma di coalizione. Tutto online, ma prima o poi il contatto umano sarà necessario»-

Quella che sosterrà il sindaco uscente sembra essere una coalizione densa di partecipanti, anche più che nella prima tornata elettorale. A quale ruolo si candida il PD?
«Il fatto che ci sia una maggioranza più ampia che al momento dell’elezione è una cosa positiva, vuol dire che l’operato dell’amministrazione ha creato molto consenso, e la città è stata ben amministrata. In questo contesto, il PD ha e deve continuare ad avere una funzione centrale, di coordinamento e raccordo. In ogni caso c’è una buona sintonia generale e una voglia di mettere in campo nuove idee».

Leggiamo “c’è una buona sintonia generale” e automaticamente ci viene in mente l’eccezione: come vanno i rapporti con il vicesindaco e con la sua lista civica?
«Da parte nostra la porta è sempre aperta: siamo però nel 2021, le elezioni sono in prospettiva, una decisione a proposito da parte loro potrebbe essere un bel segnale. Come è stata incomprensibile la crisi di governo appena scoppiata, sarebbe incomprensibile vedere a Varese uno strappo da parte di ha condiviso la stragrande maggioranza delle iniziative dell’amministrazione».

Un problema, però, sapete che c’è per quella lista: l’arrivo di Italia Viva nella maggioranza. Quali possono essere le conseguenze? e avrà un peso ciò che avviene a Roma in questi giorni?
«L’ingresso dell’assessore Lovato in giunta non mi sembra abbia provocato sconvolgimenti, e nemmeno il fatto che si sia aggiunta Italia Viva alla maggioranza non ha sconvolto la vita amministrativa: questo mi pare evidente. Per quello che succede a Roma, ritengo che non ci debbano essere conseguenze a livello locale: qui c’è un rapporto ormai consolidato, e va portato avanti, le dinamiche romane non devono influire».

Ora, secondo il PD, sembra di capire che è il momento di pensare il futuro…
«Noi stiamo cercando di capire come rilanciare la città: è chiaramente in un momento di difficoltà, come tutte le città italiane. L’amministrazione ha avuto il grande merito di rimetterla in moto, e lo dimostrano i cantieri in atto, ma la pandemia ha messo alla prova questa come le altre città. E anche se la città ha dimostrato di gestire molto bene la pandemia, meglio della Regione per esempio, e quindi merita fiducia, il punto centrale sarà rilanciare la città nei prossimi anni»

Da cosa sarà necessario partire?
«Per me la direzione delle città del futuro è quella di avere realtà policentriche: e da questo punto di vista Varese è avvantaggiata, visto che nasce cosi: è importante d’ora in poi accentuare il piu possibile questa caratteristica.

Perchè il futuro è delle città policentriche?
«La pandemia, ma in particolare i lockdown e le zone rosse, ci hanno insegnato che è importante che ogni quartiere abbia un suo punto di riferimento: qualcosa per gli acquisti, per una aggregazione senza assembramenti o altro. Quindi speriamo innanzitutto che la pandemia passi, ma questa potrebbe essere una indicazione importante per una nuova vivibilità della città, senza far convergere tutto nel centro. le prossime politiche potrebbero lavorare per evitare gli afflussi indiscriminati verso il centro città, e fare vivere maggiormente i luoghi di aggregazione dei quartieri»