Nella sua descrizione sul profilo Facebook si definisce: «Sognatrice entusiasta della vita. Leggo, mi diverto, ascolto e faccio il mestiere più bello del mondo». Eppure ha deciso di buttarsi in politica facendo prevalere la parte sognatrice a quella dell’affermata dirigente scolastica che fa il mestiere più bello del mondo. Lo ha fatto candidandosi alla carica di sindaco della sua città, Busto Arsizio. Abbiamo intervistato Amanda Ferrario, sostenuta per il momento da Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana e Verdi.

Come è nata questa candidatura?

«In pochissimo tempo. Sono stata contattata nel mese di gennaio, mi è stato chiesto di spendermi per la mia città e ho accettato con entusiasmo questa sfida».

Lei è la prima candidata sindaco donna di Busto Arsizio. Che cosa prova.

«È innegabile che negli ultimi 20 anni si siano fatti passi da gigante nella società civile e nel mondo delle istituzioni e la presenza delle donne in politica è ormai un fatto assodato e accettato da tutti. Sono convinta che una donna possa portare una visione diversa su alcuni temi come l’inclusione sociale o l’educazione. Certamente meno conservatrice. Poi c’è la dimensione dell’ascolto che di solito le donne hanno».

Ricordando una polemica che vi ha visti protagonisti proprio un anno fa nei giorni della Gioeubia quando lei non autorizzò all’interno dell’istituto di cui era dirigente, il sindaco Antonelli sostiene che stesse già pensando a questa candidatura da almeno un anno. C’è qualcosa di vero in questa affermazione?

«Presi quella decisione nell’interesse della scuola. Prendo l’affermazione del sindaco sul piano della battuta perchè non è lui il mio avversario, mi faccio una bella risata e le assicuro che quest’idea non mi ha mai sfiorato prima che me la proponessero. Certamente sono un amministratore pubblico e conosco come funziona un organo amministrativo. Il caso ha voluto che il fuoco fosse galeotto».

Lei è sempre stata impegnata nella scuola e la scuola per lei, come ha affermato in diverse occasioni, è tutto. Nel caso in cui venisse eletta sindaco come gestirà questo passaggio?

«La scuola è la mia grande passione, il mio lavoro e la mia vita. Credo molto anche in una Busto Arsizio diversa, accogliente, solidale e aperta ai giovani. Quando e se arriverà quel momento ci penserò»

Quali sono secondo lei le forze che dovrebbero sostenere la sua candidatura e cosa ne pensa della posizione del PD in questo momento?

«Innanzitutto faccio un appello a tutte le forze che vogliono sedersi ad un tavolo per capire che cosa vogliamo per la nostra città. Non rappresento un colore o una parte politica ma vengo e mi sento parte della società civile. Metto a disposizione la mia conoscenza del mondo dell’amministrazione pubblica. Al Pd e alle altre forze che vogliono creare un’alternativa per questa città chiedo di sedersi attorno ad un tavolo e trovare un punto di incontro comune».

È possibile che ci sia una lista col suo nome?

«Prematuro per dirlo ma è possibile»

Qual è il tema più urgente che vorrebbe affrontare?

«Tutto il tema legato ai giovani e alle opportunità di studio e di socialità. Busto ha una storia tessile-cotoniera importante e un potenziale enorme ma non ha start up innovative, mancano luoghi di ritrovo per alcune fasce d’età. Non c’è una vera inclusione sociale. La nostra è la sesta città della Lombardia per abitanti ma deve uscire dal proprio territorio in cui da troppo tempo si è chiusa».