Continua il nostro viaggio tra i responsabili di partito della città di Varese: dopo il segretario del PD Luca Carignola e il commissario della Lega Cristiano Angioy Viglio, abbiamo parlato con il commissario di Forza Italia Domenico Battaglia. Anche a lui abbiamo chiesto come “ci si trova” in una situazione cosi diversa dal normale, a pochi mesi dalle elezioni amministrative.
Innanzitutto: quando saranno le elezioni?
«La vedo dura per maggio anche se, al momento, sono ancora previste in quel mese. Non penso ci saranno le condizioni: sia per i ritardi dei vaccini sia perchè significa sospendere ancora la scuola. Diverse voci parlano di settembre – ottobre, pensando al raggiungimento di una certa immunità di massa: ma visti i ritardi anche quella previsione sembra difficile. Si parla anche di metà luglio, ma sarebbe un disastro, anche se in estate l’effetto del clima potrebbe risolvere i problemi di salute. Insomma, attendiamo con ansia il decreto che tolga questa incertezza in cui si sta lavorando»
Come si organizza una campagna elettorale in queste condizioni?
«Quando parliamo di campagna politica parliamo di avvicinare la gente a un partito, a maggior ragione per un partito come Forza Italia che ha avuto degli allontanamenti. Il Covid rende difficile lo scambio di idee, gli incontri pubblici con i cittadini. Ora non ci sono le condizioni per farlo e le previsioni non sono delle piu rosee: ogni programmazione salta di settimana in settimana e anche quel che si prova a programmare va “a ramengo”. Gli incontri si fanno tramite video call o singole chiamate per le persone, ma il bello sarebbe tornare a riunirsi in una sala in un incontro pubblico, invitando la cittadinanza ad essere partecipe. Una delle cose che piu ci manca, con queste restrizioni, è il giro dei quartieri che avevamo cominciato, di cui le persone ci chiedono. In queste condizioni non possiamo proseguirlo, anche se per noi è una assoluta priorità, visto che i quartieri sono abbandonati a loro stessi».
Anche molte riunioni di coalizione hanno subito i limiti del lockdown. I lavori comuni sono stati comunque possibili?
«Si lavora in sintonia, e anche con alcuni incontri in presenza, come quello di lunedi scorso che ha siglato la conferma della candidatura di Maroni dopo l’incidente di percorso. Stiamo lavorando sul programma elettorale, stiamo imbastendo il cantiere, anche se ci rendiamo conto che è un programma un po’ particolare: finita l’emergenza sanitaria c’è una emergenza ecoomica nel commercio e nell’imprenditori, si deve pensare come rilanciare il sistema economico nel momento in cui si possa ripartire. Non siamo in una condizione normale, e oggi tutte queste attività sono in difficoltà, e il ruolo di sostegno è fondamentale alle famiglie».
Certamente il lavoro per definire un programma comune è appena cominciato, ma ci sono dei punti che per Forza Italia sono fondamentali?
«Ogni componente del centrodestra ha le sue vocazioni: la nostra componente ha nel DNA la famiglia e gli imprenditori, con attenzione sul sociale e sul terzo settore. Quindi vogliamo portare delle idee per garantire la sicurezza a trecentosessanta gradi: come permettere di far arrivare a fine mese una famiglia, non far perdere la dignità a un nucleo famigliare, o al lavoro e il commercio. Vogliamo che sia un programma ambizioso a distinguerci nella campagna: e il primo incontro con Maroni ci ha fatto capire che è della nostra stessa idea».
A parte la coalizione strutturata, sembrerebbe esserci una incognita “liste civiche” nel centrodestra. Negli ultimi mesi sono stati in diversi a dichiararsi pronti a creare e portare avanti una lista civica che facesse riferimento a quest’area, e spesso il riferimento era forza Italia. Cosa ne pensate?
«Ad oggi, direi che il perimetro della coalizione sembra già definito. Quindi, chi vuole trovare spazio all’interno della coalizione deve cercarla nelle liste già definite: chi non si riconosce nei partiti che compongono la coalizione, può scegliere tra due liste civiche che si stanno formando a sostegno del candidato. Un’altra possibilità, specie per chi arriva da una esperienza politica, è di ritornare sui loro passi: cioè nei partiti, se ancora ci credono. Da parte nostrra non c’è alcuna preclusione. A meno che vogliano fare parte di un centro che si dice si stia coalizzando, preparandosi però a una dispersione dei voti».