C’è grande confusione sotto il cielo del centrodestra bustocco e non solo. Il titolo di questo articolo è una pura suggestione, ammettiamolo, ma se le bocce si dovessero fermare ora quest’ipotesi non sarebbe poi così peregrina. La partita a scacchi delle candidature nelle tre grandi città della provincia di Varese sta facendo emergere le divisioni interne, le arrabbiature sopite per molto tempo in nome della responsabilità amministrativa, le differenze storiche e politiche delle tre formazioni che da sempre compongono l’alleanza.

L’unico ad essere sicuro di una candidatura (compatibilmente con i problemi di salute emersi nelle ultime settimane) è Roberto Maroni a Varese. L’unico nome emerso dal coordinamento regionale del centrodestra è il suo mentre su Busto Arsizio e Gallarate continuano le manovre per arrivare ad un’intesa unitaria. Il tutto condito dall’incertezza sulla data del voto, soprattutto dopo che il Presidente Mattarella ha detto chiaramente che andare al voto nazionale in primavera sarebbe un moltiplicatore di contagi eccezionale.

Forza Italia e l’esigenza di una maggiore rappresentatività

Il partito di Berlusconi sembra essere il vaso di coccio tra quelli di ferro ma il suo apporto è ritenuto essenziale dalla stessa Lega che, proprio in occasione di uno di questi vertici regionali, ha dato atto al coordinatore regionale Giacomo Caliendo della necessità di una maggiore rappresentatività del partito in Lombardia. Nei circoli azzurri monta la delusione per la voracità dei due alleati che puntano a imporre i propri candidati in tutte le città in cui si andrà al voto: in molti chiedono di andare da soli al primo turno e poi riunirsi nei ballottaggi. In provincia di Varese, ad esempio, due candidati sarebbero della Lega e uno di Fratelli d’Italia. Il coordinatore cittadino di Busto Arsizio Gigi Farioli ha espresso la sua posizione ieri, mercoledì, ribadendo l’obiettivo dell’unità del centrodestra ma al contempo sottolineando l’importanza di attrarre forze civiche di centro, vicine ai principi liberali e cristiani di Forza Italia.

Le diverse sensibilità della Lega

C’è una Lega provinciale e regionale che punta a mantenere unito il centrodestra, ce n’è una nazionale che ha quasi azzerato i rapporti con Fratelli d’Italia e poi ce n’è una locale a Busto Arsizio che non abbandona il sogno di avere un candidato leghista e bustocco. Parole che risuonano in ogni dichiarazione del segretario cittadino Francesco Speroni che, però, aggiunge di essere in attesa di un pronunciamento da parte del sindaco uscente (una volta civico e oggi di Fratelli d’Italia) prima di prendere qualsiasi decisione, magari aspettando un assist da Salvini che non vede di buon occhio l’assetto bustocco.

Fratelli d’Italia e il carattere del sindaco Antonelli

Il partito di Giorgia Meloni punta a massimizzare il grande consenso che sente di avere come mai prima. Per Busto Arsizio c’è solo Antonelli che però continua a rinviare l’annuncio della sua ricandidatura. Il primo cittadino di Busto è indispettito perchè non sente attorno a sè un esercito compatto anzi: da una parte la Lega e dall’altra il bisogno di visibilità e riconoscimento di Forza Italia non lo fanno stare tranquillo. Il suo carattere, facilmente incline all’ira, rischia di giocargli un brutto scherzo se alle ragioni personali non farà prevalere quelle politiche. Sui tavoli regionali, inoltre, Fratelli d’Italia non ha mancato di far pesare la spada di Damocle giudiziaria (richiesta di rinvio a giudizio per l’indagine Mensa dei Poveri, ndr) che pende sulla testa del sindaco leghista uscente Andrea Cassani a Gallarate.

Gli scenari di giugno e settembre

A questo punto la partita a scacchi si preannuncia ancora lunga e il momento dell’ultima mossa dipenderà dalle decisioni che verranno prese a livello nazionale sul voto: se ci sarà un rinvio a settembre i tempi per ricomporre le fratture sarà sufficiente ma se si andrà a votare in primavera la dead line potrebbe essere fissata per Pasqua e tutto può succedere, anche che a Busto Arsizio si decida di puntare su un candidato della società civile che metta d’accordo i tre partiti e anche le liste civiche di centro con l’obiettivo di vincere ancora una volta al primo turno.