Non solo Roma, Milano, Napoli e Torino. Il ritorno alle urne si avvicina anche per Dairago, che in autunno – Covid permettendo – voterà per rinnovare il consiglio comunale e soprattutto per scegliere il nuovo sindaco. Il quadro completo dei candidati che si contenderanno la poltrona da primo cittadino ancora si fa desiderare, ma intanto la campagna elettorale di fatto è già iniziata.

Ad aprire le danze è stata Scelgo Dairago, neonata civica di centrodestra che ha deciso di puntare su Federico Olgiati come aspirante inquilino di via Chiesa, e proprio gli “ultimi arrivati” nel panorama politico cittadino si candidano come forza politica in grado di raccogliere il consenso del centrodestra “tradizionale”. A partire da quello di Federico Dal Cin, storico volto della Lega che alle ultime amministrative aveva corso come candidato sindaco per Miglioriamo Dairago ottenendo il 30,11% dei consensi, siede in consiglio comunale dal 2006 e ha alle spalle anche un passato da assessore all’urbanistica. Proprio con lui LegnanoNews ha fatto il punto della situazione.

Che bilancio traccia degli ultimi cinque anni di amministrazione Rolfi a Dairago?
Non riesco a trovare un punto non dico positivo, ma anche solo di politica attiva. Il progetto fondamentale dell’amministrazione era la Città dei Bambini, che ad oggi non è stata realizzata nonostante l’approvazione all’unanimità in consiglio comunale, così come non è stato fatto nulla per la stragrande maggioranza dei 178 punti del loro programma elettorale. In questi hanno sono state solamente tamponate le emergenze, come nel caso di Piazza Francesco della Croce, dove è stato chiuso il buco ma non c’è stato un reale progetto per lo sviluppo della piazza, o per la pensilina della scuola primaria, che era un cimelio della guerra. Soprattutto è mancato il dialogo con la popolazione, con le associazioni e con le opposizioni: non abbiamo mai avuto la possibilità di un reale confronto.

Quale dovrà essere la priorità per la prossima amministrazione di Dairago?
Ricostruire il dialogo e convincere i cittadini a tornare a confrontarsi, come del resto dovrà fare tutta la politica se vogliamo ripartire dopo la pandemia. Anche le opposizioni, ad esempio, potrebbero portare delle buone idee per rendere il progetto votato dagli elettori il migliore possibile. Bisognerà tornare a dialogare anche e soprattutto con le associazioni e con il mondo del volontariato, che in paese era molto radicato e ora sta sfumando vuoi per un problema generazionale, vuoi perché in questi anni è stato abbandonato a sé stesso. La crisi morde, per il rilancio bisognerà ricompattare la comunità.

Lei sarà ancora della partita?
Non mi candiderò come sindaco e non mi proporrò nemmeno come uomo di giunta, ma sarò della partita sostenendo Scelgo Dairago. È giusto che al comando ci siano i giovani: il futuro è loro e spettano a loro le decisioni per governare al meglio un paese che ha tanti pregi come il nostro. Ci saranno momenti molto difficili da affrontare però, penso ad esempio al lavoro che bisognerà fare per ricostruire un contatto con i dipendenti comunali, e serviranno sicuramente l’aiuto e la guida di persone con esperienza.