A più di un anno di distanza Matteo Bianchi torna ad essere il candidato sindaco della Lega per le elezioni amministrative di Varese. Una telefonata di confronto con Matteo Salvini, prima del suo arrivo a Gallarate previsto in giornata, sblocca lo stallo politico che negli ultimi giorni era sembrato avvitarsi su se stesso.

Il nome di Bianchi diventa ufficialmente quello presentato dal partito alla coalizione (mancherebbe solo il passaggio con la sezione cittadina di Varese) e sembra dunque scontato che riceverà l’incarico anche da tutto il resto dei partiti di centrodestra che già un anno fa si era trovati d’accordo su di lui.

“Chi da tanti anni, come me, si impegna sul territorio a servizio delle proprie comunità, non può rimanere insensibile alla sfida delle prossime elezioni amministrative a Varese – spiega lo stesso Bianchi -, capoluogo della nostra provincia e città che mi ha dato tanto sotto molti aspetti fin dall’infanzia: è giunta l’ora di mettersi in prima linea per restituire, con impegno e dedizione, quanto la città mi ha donato”.

Il deputato leghista, ex sindaco di Morazzone e membro del Comitato Europeo delle Regioni, era già candidato in pectore a gennaio dello scorso anno. Un nome sicuro con il quale la coalizione pensava di affrontare con grande anticipo la lunga campagna elettorale. Ma le cose sono andate diversamente.

Dopo un primo passo indietro è cominciato il ballo dei candidati sindaco: prima con Barbara Bison, l’ex sindaco di Gornate, che a sua volta ha dovuto cedere il passo al peso massimo schierato dal Carroccio, Roberto Maroni fino alla sua rinuncia per motivi di salute. Mirko Reto, Marco Pinti, Mauro della Porta Raffo, Giorgio Merletti sono poi solo alcuni dei nomi che si sono visti sfilare sul tavolo delle trattative tra i partiti fino il ritorno al punto di partenza: Matteo Bianchi.

«Mi hanno chiamato tutti, mancava solo la telefonata di Mattarella», raccontava scherzosamente in questi il giorni il deputato di Morazzone a chi gli chiedeva come stesse andando dopo che il suo nome era tornato a girare. Ora l’ultimo incontro ha sbloccato la situazione.

Le garanzie di Bianchi e il pallottoliere del voto al Quirinale

Quali garanzie avrà ottenuto il neo candidato in pectore per accettare la sfida elettorale possiamo solo immaginarlo. Di sicuro, come la prima volta, avrà chiesto al leader della Lega di poter avere le mani sufficientemente libere nella scelta del suo staff ed eventualmente della sua Giunta. Ed è lui stesso a confermarlo nel suo post su Facebook: “È per me importante creare una squadra che travalichi i paletti della coalizione e si rivolga alle persone più rappresentative ed autorevoli della comunità varesina, per garantire alla nostra città una “Giunta dei migliori”, per elevarsi davvero a ruolo di capoluogo e per guardare all’Europa come elemento di opportunità e di sviluppo – scrive Bianchi -. A queste condizioni, con la garanzia che il mio impegno è parte di una squadra per cui tutti si assumono le responsabilità del risultato, metto la mia disponibilità nelle mani della sezione locale del mio partito e del resto del centrodestra varesino”.

C’è poi l’incarico internazionale che Bianchi ha coltivato con impegno e passione in questi anni al Comitato europeo delle regioni a Bruxelles. Le regole sull’incompatibilità impongono che con la sua candidatura il deputato debba rinunciare al suo ruolo da consigliere comunale a Morazzone, incarico che tuttora ricopriva e che gli permetteva di proseguire l’impegno nelle istituzioni europee. È probabile che Bianchi abbia chiesto di poter continuare a coltivare il suo impegno politico sul fronte internazionale, che per altro lo aveva portato anche alla Nato e ad ottenere diversi incarichi parlamentari in ambito di politica Ue.

La candidatura di Bianchi si muove però anche sul filo delle incompatibilità, in bilico tra i massimi equilibri politici a livello nazionale. In caso di vittoria, infatti, il deputato sarebbe costretto a lasciare il Parlamento e a quel punto, per un complesso gioco di tempistiche e di pallottoliere, la Lega correrebbe il forte rischio di vedersi privata di un voto preziosissimo nella delicata partita per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Per sostituire Bianchi, eletto nel collegio uninominale di Gallarate, sarebbero necessarie delle elezioni suppletive, con tempi troppo lunghi rispetto alla partita che si giocherà in Parlamento all’inizio del prossimo anno.

Una campagna elettorale nel segno del rispetto reciproco

Annunciando la sua candidatura Bianchi ha anche promesso una campagna elettorale nel segno del rispetto reciproco: “Conoscendo le responsabilità e la complessità del ruolo del Sindaco, da parte mia non ci sarà mai nessun affronto personale nei confronti di Davide Galimberti, che è persona che stimo umanamente – ha chiosato Bianchi -. Tuttavia, abbiamo visioni politiche differenti e valori che ci pongono su fronti opposti. È mia intenzione discutere, proporre e dibattere sugli argomenti e non sulle persone”.