Quella che pubblichiamo di seguito è la prima intervista di Varesenews ai candidati sindaco fino ad ora venuti allo scoperto a Busto Arsizio.

Abbiamo posto al candidato Maurizio Maggioni, sostenuto dal Pd, una serie di domande rivolte al futuro della città e alla visione che lei e il suo gruppo hanno della Busto dell’immediato futuro e cioè quella che sta uscendo dalla pandemia e che troverà nel Pnrr la forza economica di ripartire dopo la profonda crisi economica causata dal Covid. L’idea è quella di farci raccontare come vogliono indirizzare questa ripresa i candidati in campo.

Qual è, a suo giudizio, la vera sfida da affrontare per il futuro di Busto Arsizio?

Busto Arsizio deve adeguare il livello del suo governo alle strategie europee, facendo propri gli obiettivi della maggioranza che ora dirige l’Europa: lavoro e occupazione, incentivati dalle nuove modalità produttive dell’economia circolare , integrazione , riforme di sistema.
La Giunta e gli Amministratori di Busto Arsizio devono essere un po’ più metropolitani e meno “ paesani”.
Lega e Fratelli d’Italia in Europa stanno insieme con Le Pen, con l’estrema destra tedesca e con i conservatori euroscettici. Grazie a loro mai l’Unione Europea avrebbe deciso di costituire un Fondo e di assumere un indebitamento comune.
In politica non sono i soli che tengono i piedi in due scarpe ma la strategia della Next generation EU non ammette reticenze o infingimenti: il Piano di Ripresa e le riforme di “sistema” sono occasioni irripetibili che dovranno produrre una trasformazione economica, che innalzi il livello di produttività del sistema e che quindi sia poi in grado di pagare il debito contratto. Non è oro che luccica ma un aiuto per un impegno a miglioraci.
Il livello locale dovrebbe essere in piena sintonia con questo disegno e non mi sembra che qui abbiano credito gli europeisti o Draghi ma piuttosto i Salvini e l’opposizione della Meloni, arrabbiati con tutti e populisti.

I giovani sono stati la categoria più penalizzata dalla pandemia. Che ruolo avranno nel vostro programma?

Abbiamo scuole superiori di livello internazionale, l’Università LIUC e la presenza di un polo dell’Università Insubria: c’è quanto basta per formare al meglio i giovani. Busto Arsizio insieme con i Comuni viciniori può dare continuità e respiro ai progetti per l‘occupabilità, già avviati, può fare da ponte tra scuole e territorio per favorire orientamento e formazione. La missione 4 del Piano di Ripresa individua esplicitamente interventi per sviluppo e rafforzamento dell’istruzione professionalizzante. Dobbiamo valorizzare l’ ITS Incom. E’ dimostrato che questa politica riesce ad inserire i giovani formati nel mondo del lavoro, più di quanto abbiano fatto i Centri per l’impiego.
Poi si tratta di favorire gli studenti medi: ne abbiamo migliaia che desiderano trasporti efficienti , mobilità dolce e di interscambio, accessibilità ai servizi food e a spazi attrezzati e comuni che aiutino gli Istituti superiori ed i Licei ad organizzare una didattica laboratoriale ed aperta alla città.
Questi interventi di raccordo possono realizzarsi soprattutto, con una diversa governance, cioè con un rapporto gestionale collaborativo con i Dirigenti scolastici, i rappresentanti degli studenti, i genitori con le imprese e gli altri diversi enti preposti (esempio l’Agenzia del Trasporto Pubblico Locale) .

Si moltiplicano le iniziative per una città più sostenibile. Quali sono le principali problematiche ambientali della città secondo voi? 

Il traffico veicolare, che colpisce vivibilità e che produce inquinamento. Sono circa 52.600 le autovetture e 4200 gli autocarri di proprietà dei residenti in Busto Arsizio; i passaggi giornalieri in entrata ed in uscita dalla città sono mediamente 132.000 quotidiani.
Occorrono misure di gestione corretta del traffico e di promozione di alternative per la mobilità dolce. Soprattutto c’è bisogno di un vero e proprio Piano di Rinascita del Trasporto pubblico, rivedendo i percorsi e promuovendone l’uso, con educazione ed incentivi a livello intercomunale. A Busto Arsizio ogni abitante usufruisce di circa 9 km l’anno di trasporto pubblico contro i circa 30 di Varese o di Como. Siamo veramente “antiquati”.
Questi interventi devono essere inseriti in una strategia di riqualificazione del territorio oggi edificato in percentuali insostenibili. Come altre città hanno già fatto si tratta di agire su più fronti: forestazione urbana, permeabilizzazione del suolo, qualificazione energetica, abbassamento dell’ inquinamento da traffico con l’obiettivo di contenere le emissioni globali di CO2. È un obiettivo raggiungibile solo se ogni città fa la sua parte.

Pnrr e sogni nel cassetto. Un’opera che vorreste realizzare per la città con i fondi europei.

Due i temi che rappresentano linee di lavoro praticabili in grado di determinare profonde modifiche nella vita cittadina sui quali io concentrerei tutte le energie senza disperdere l’azione amministrativa:
-La formazione tecnica superiore post diploma in rapporto con le imprese;
-La casa come primo luogo di cura, quindi interventi per agevolare la domiciliarità, servizi utili ad un welfare innovativo e in grado di produrre occupazione.