Riceviamo e pubblichiamo il comunicato della lista civica Città è Vita di Gallarate

Il sindaco leghista Cassani, non manca mai di intervenire e giustificare ogni atto della sua gestione amministrativa, e arriva, senza alcun pudore a dichiarare sulla stampa di martedì scorso di essere totalmente d’accordo con quanto espresso da Monsignor Festa nell’omelia tenuta in occasione della celebrazione della Santa Messa per la celebrazione del Patrono della città.

Il chiarissimo appello alla città di Monsignore, di carattere politico e sociale, è un invito alla riflessione di ciascun uomo, al di là di ogni cultura e religione: “Chi chiude fuori gli altri resta chiuso dentro, nella sua solitudine solitaria“. E ancora “quando per la sicurezza della città ci dividiamo e delimitiamo un noi, da proteggere, e un loro, da emarginare, decidiamo che loro appartengono a un altro Dio, invece c’è un solo Dio.” 

Certo Cassani può concordare in pieno con l’appello e, col pensiero alle prossime elezioni, fare una repentina conversione accogliendo l’invito del Prevosto e giustificare l’operato della sua amministrazione dicendo addirittura di essere stato l’esegeta del pensiero di Monsignore con i provvedimenti compiuti nei cinque anni di governo della città.

Ma Monsignore ha anche detto che “per governare serve la forza, ma la forza può essere mite. Per governare serve autorevolezza e questa viene dall’amorevolezza che ama e si fa amare e che crea relazioni fraterne “  

Ricordiamo che uno dei primi atti del Sindaco è stata l’abolizione della Consulta degli stranieri; non abbiamo mai sentito esprimere interesse e solidarietà a coloro che si rivolgono alla casa di Francesco, o alla casa di Eurosia, né ai volontari che vi operano, né promuovere una solidale politica verso i disabili, verso il disagio giovanile evidenziatosi più volte, anche in tempi recenti, nella nostra città.

Abbiamo sentito invece polemiche, talvolta anche sprezzanti, verso la minoranza consigliare, ma anche verso comuni cittadini che esprimevano opinioni contrarie alle sue, oltre a non aver mai accolto chi chiedeva un confronto per esempio per la piazza Giovanni XXIII o per il ripristino delle panchine tolte in via Manzoni.

E’ questa l’inclusione operata dalla sua amministrazione?

Non si smentisce neppure dopo la sentenza di rinvio a giudizio per i noti fatti che hanno travagliato la sua amministrazione quasi fin dall’inizio. Riteniamo che ci siano delle serie motivazioni perché lo stesso si dichiari estranei ai fatti e si consideri vittima di errori giudiziari, che ci auguriamo siano definitivamente chiariti durante il dibattito processuale. Da politico, come si autodefinisce, non riesce però a cogliere che comunque ha la responsabilità politica di tutto quanto è successo.

Cassani non può non sapere quello che è successo nel suo partito e in quello dei suoi alleati, essendo stato per anni funzionario del partito in Regione e quindi ben conscio del sistema Caianiello nel suo ruolo di dispensatore di incarichi a amici e compagni di partito non solo nell’area gallaratese, ma anche varesina e regionale, e quindi anche le ragioni dell’imposizione della nomina di Petrone all’assessorato all’Urbanistica, il settore più adito a compromissioni, nella fase più delicata di revisione del Piano di Governo del Territorio.

Forse è questa l’inclusione operata dalla sua amministrazione…

Ben venga la conversione di Cassani, ma non può cancellare il fallimento della sua amministrazione che ha visto il cambio continuo di assessorati, senza mai assumersi le proprie responsabilità, e nemmeno può sfiorarci la giustificazione di ingenuità ma neppure può prendere per tonti i cittadini.

Nell’uno e nell’altro caso non è il sindaco che i cittadini vogliono. 

Questo è quanto i cittadini sanno.