Mentre la città si riempie di manifesti in vista delle amministrative del 3/4 ottobre, in un’estate di ribaltoni, la campagna elettorale bustocca sembra non riuscire a dare punti di riferimento. A pochi giorni dalla chiusura delle liste, il candidato PD Maurizio Maggioni ha teso la mano e pentastellati e Verdi ci stanno pensando seriamente.

Questo possibile patto tra democratici e orfani di Amanda Ferrario andrebbe a ricucire almeno parzialmente la spaccatura del centrosinistra bustocco, cercando di approfittare al massimo delle turbolenze di voto che la mossa di Gigi Farioli potrebbe eventualmente generare dalla parte opposta dello schieramento. Si parla poi di un’eventuale forma in tandem, con Maggioni candidato sindaco e la consigliera MS5 Claudia Cerini come suo vice. Per quanto riguarda “Sinistra Chiara”, ovvero il terzo polo della sinistra, non paiono invece esserci margini di confluenza, come ribadito più volte durante la scorsa primavera.

Il patto non è però scontato, perché al netto di valori condivisi (il ritrovarsi entrambi alla manifestazione di maggio contro Accam ne è la prova) ci sono anche le scaramucce e i tavoli di dialogo falliti. Il tutto poi da ridimensionare alla luce dei rapporti che esistono tra le forze a livello nazionale.

Proprio Maggioni dice che «è ancora tutto aperto, ma i contatti ci sono e mi sembrano positivi. Stiamo valutando sulla basi di punti programmatici concentrati su Busto, ma è ancora tutto in fieri. Lo scenario è cambiato rispetto a mesi fa: quando ci sono due candidati, è chiaro che diventa complicata l’intesa. Adesso invece c’è buona volontà, e personalmente mi conforta trovare un patto che sostanzialmente riprende le esperienze del governo Conte II. Inoltre, nonostante gli elettorati distinti, infonderebbe fiducia nel percorso che stiamo provando a tracciare». Il candidato democratico è anche al lavoro su «una lista civica, nel senso che punta a raccogliere coloro che non si riconoscano nei partiti della coalizione (noi PD, e eventualmente M5S e Verdi) ma che vogliano mettersi in gioco, per dare attuazione allo uno spirito democratico e costituzionale di cui abbiamo bisogno. La vedo molto orientata sul futuro, sui temi di innovazione e soprattutto sostenibilità. L’unica mia remora riguarda la forma delle liste: dovranno rimanere aperte e soprattuto non essere autoreferenziali, così da creare un accordo che spinga i cittadini a dare il proprio contributo».

Ed è, in fondo, tutta una questione di fiducia democratica per Maggioni: «Se vogliamo credere ad una sinistra nuova, dobbiamo partire da qui, dalla partecipazione delle persone. Io stesso non mi sono candidato per portare punti al PD, ma per mettere in moto processi che aprano ai cittadini la possibilità di incidere sul luogo in cui vivono».
In queste ore potrebbe dunque arrivare la fumata, che per ora parrebbe più tendente al bianco. Poi, una volta che saranno pubblicati i programmi, si potrà capire meglio su cosa si sarà basata quest’intesa agostana.