Ha 87 anni, è nata a Monaco di Baviera – città che «detesta»  – vissuto a Bruxelles e a Vienna e da una decina d’anni si è stabilita a Colmegna, una frazione di Luino, nella casa fatta costruire dal padre negli anni sessanta.
Uta Wagner, che si definisce «una donna europea», è la capolista alle amministrative di Varese di Sinistra alternativa. Ha passato una vita intera a girare per i teatri del Vecchio Continente per far conoscere l’opera di Bertolt Brecht ed è diventata marxista dopo aver conosciuto il marito, un belga che aveva militato nella resistenza durante l’occupazione nazista.
«Lui ha vissuto come un vero comunista e parlato poco – dice Uta Wagner- e questo mi ha completamente convinta che quella strada era quella giusta». Del resto la giustizia dipende più dalle azioni che dalle parole e per una donna che fin da bambina manifestava uno spiccato senso di giustizia, aver trovato un uomo che metteva in pratica quelle idee deve essere stata una rivelazione: «Una volta trovato il partito che di quei valori ha fatto la propria priorità, ne ho voluto farne parte».
È dispiaciuta della fine dell’era Merkel in Germania, donna di cui apprezza la «freddezza scientifica» nel prendere decisioni importanti: «Avere un politico così è stata fortuna incredibile» e parlando della sua candidatura dice di voler far conoscere le sue esperienze di vita «perché possono servire a tutti, anche a Varese».
Per Uta Wagner non c’è molta differenza tra stare su o giù dal palco. Ciò che conta è «sentirsi in missione per trasmettere idee alla gente».

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