Giada Martucci è candidata con la lista di Forza Italia, nella quale compaiono anche il gruppo Idee in Comune e Noi con l’Italia, a sostegno della coalizione di centrodestra e del sindaco uscente Emanuele Antonelli. Classe 1999, ha frequentato il liceo internazionale quadriennale Olga Fiorini di Busto e dopo la laurea in scienze internazionali e istituzioni europee, da un anno frequenta la magistrale di scienze politiche e di governo, sempre a Milano. Per l’autunno, non sa se tentare l’esame di diritto costituzionale. Il 3 e 4 ottobre ci sono le elezioni, e per lei che è così giovane ogni briciolo di tempo torna utile per fare campagna elettorale.

Come ti sei approcciata al mondo della politica?
«Già dalla scuola superiore ero indirizzata alla politica, mi interessa soprattutto quella internazionale. Così, dopo uno stage con la scuola a Bruxelles, ho deciso che avrei provato a farla diventare un lavoro, oltre che una passione. Sono in Forza Italia da quando ho 18 anni, grazie ad Orazio Tallarida che mi ha coinvolto. Non è la prima candidatura: ho provato a Samarate, cercando di capire le dinamiche interne al partito, sempre con la voglia di imparare; alla fine credo sia stata anche una bella esperienza. Sono poi consigliere nazionale di Forza Italia giovani, oltre a far parte del tavolo esteri sempre a livello nazionale e giovanile del partito. Il mio sogno è lavorare nelle istituzioni internazionali, ma il primo passo si fa a livello locale”

Cosa ti ha spinta alla candidatura?
«Oltre alla passione politica, credo sia giusto dare spazio ai giovani che si impegnano. Penso che la mia generazione, in questo momento, non abbia bisogno di aiuti, ma proprio di spazi. Facciamoli entrare nei consigli comunali, dove possono fare la differenza. Non è facile, girano sempre gli stessi nomi, anche perché più anni significa più conoscenze e quindi ampio bacino di voti. Il mio non si avvicina nemmeno lontanamente dai “big” del partito, ma voglio impegnarmi al massimo e non lasciare niente di intentato. Quando mi hanno proposto la candidatura pensavo fosse difficilissimo, e ancora lo penso; io comunque ci metto la faccia, e sono orgogliosa di essere tra i più giovani».

Cosa vorresti cambiare di Busto?
«Ai giovani in città, per quello che sento, purtroppo la politica interessa poco, e quindi credo di candidarmi anche per loro, per portare una visione diversa e allo stesso tempo cercare di cambiare i loro pregiudizi sulla politica. Rendere il palazzo più inclusivo. Per me politica significa tutto, stiamo parlando della tua città, del posto in cui vivi. Della città in sé invece non cambierei niente, la vivo come un luogo tranquillo, accogliente e pulito anche grazie al lavoro dell’amministrazione Antonelli. Punterei però tutto sull’inclusione politica delle nuove generazioni».