Parla di «rammarico», ma più che la delusione nel tono di voce dell’avvocato Pietro Romano risuona la rabbia.

Dopo la rottura con Italexit di Paragone, dopo l’addio all’idea di una candidatura, Romano ha scoperto che uno dei suoi “soci” politici – l’avvocato Margariti – si era già impegnato, seppur come certificatore di firme, per il “nuovo” candidato di Italexit, Tiziano Fracchia.

Andiamo per ordine: Romano ha rotto con Italexit a metà giugno ed è andato avanti con il suo progetto, affiancato appunto anche dall’avvocato Margariti, che faceva parte del gruppo della lista poi chiamata “Gallarate al Centro”.

«L’11 agosto ho mandato all’avvocato Margariti una mail per l’invio delle firme» ricostruisce Romano. Tutto sembrava bene avviato, ma a fine agosto Romano ha dovuto prendere atto dell’enorme ritardo con cui ci si era mossi. «Adesso mi spiego tante cose» dice Romano. «Mi era stato detto che non avrebbero candidato nessuno a Gallarate e invece si preparava altro. Mi fa specie l’atteggiamento dell’avvocato Margariti».

Qui si è quasi sul piano personale, va detto. Margariti ha fatto presente a Romano che il suo ruolo a favore di Italexit si è limitato alla sola autentica delle firme, ma è chiaro che questo passaggio viene vissuto da Romano  come un colpo basso.

Romano è un fiume in piena: «Mi fanno pena, sono ben felice di essermi tirato indietro. Perché qui non ci sono in ballo gli interessi della città ma gli interessi personale».

L’avvocato gallaratese aveva rotto a giugno con Italexit, stando al suo racconto a causa di un diverbio sul ruolo che Romano ha avuto nel rappresentare alcune delle famiglie sinti. «Paragone mi disse che Italexit era contro l’immigrazione clandestina e che il mio impegno non era compatibile» ribadisce ancora oggi Romano. «Io ho fatto presente che i sinti sono italiani e gallaratesi e non ho niente di cui vergognarmi».

Da allora non è che i rapporti fossero idilliaci. Ma la mossa del sostegno a Fracchia ha passato il segno, per Romano: «Cortesia ed educazione, prima della politica, avrebbero voluto che loro mi avvisassero».

L’avvocato Margariti: “Solo certificato le firme, nessuna scorrettezza”

È invece rientrata nel giro di poche ore la polemica tra Romano e il collega Domenico Margariti: «Sono rimasto un po’ sorpreso dalle dichiarazioni del collega, ma ci siamo chiariti» dice Margariti. «Ho chiarito con lui che io non ho fatto alcuna attività politica di richiesta firme per Italexit, mi sono limitato alla certificazione delle firme raccolte, un passaggio burocratico» (tanto che anche in altre realtà non mancano “certificatori” che aiutano liste di tutt’altro colore politico, come successo a Varese).

«Quelli di Italexit mi hanno chiesto una cortesia» continua l’avvocato Margariti. Che precisa anche i tempi: «Mi sono messo a disposizione solo dopo che l’avvocato aveva ufficializzato la sua rinuncia alla candidatura. Io sono sostenitore di Italexit, ma avevo deciso proprio per rispetto a lui di rimanere fuori dalla competizione elettorale. Ho solo certificato le firme, senza alcun impegno politico».