Di Davide Galimberti, l’attuale sindaco di Varese, fino ad ora si è detto di tutto tranne che fosse un trascinatore di folle.

Ma l’inizio della sua campagna elettorale per la sua rielezione, avvenuta nella serata di domenica 5 settembre all’Ippodromo delle Bettole, ha inaspettatamente mostrato anche quell’aspetto.

Davanti a settecento persone, molto più del pur nutrito esercito di aspiranti consiglieri comunali delle 8 liste a lui collegate,  ha più di una volta scatenato l’applauso e le frasi di incitamento, e gli “Avanti tutta, Davide!!” non sono mancati.

«Quando sono entrato all’Ippodromo e ho visto quanti eravate, mi sono detto “Non mi sarò mica sbagliato? Magari qui è previsto l’arrivo di Salvini o della Meloni… – scherza il sindaco –  Dopo le parole e la grande partecipazione di voi tutti, è una grande emozione raccontarvi altri aspetti del programma. E le prime persone che devo ringraziare e con cui mi devo scusare è la mia famiglia: perchè ha scelto di farmi correre ancora. E saranno altri cinque anni totalizzanti quanto i primi cinque, perché oggi chi vive questa esperienza amministrativa deve farlo completamente».

I ringraziamenti però non finiscono, e si concludono con una prima stoccata: «Devo un ringraziamento speciale, oltre che ai candidati, assessori e consiglieri comunali, anche ad alcune figure istituzionali con cui la collaborazione è stata importante e proficua, come Giancarlo Giorgetti, Roberto Maroni, persona con cui abbiamo sempre creato grandi collaborazioni e Attilio Fontana, al quale va anche un sentimento di solidarietà perché la Lega ha candidato mezza regione nella sua lista per Varese, ma purtroppo non ha candidato lui. Se è stato fatto perché in calo nei sondaggi, secondo me è uno sgarbo istituzionale. E a lui va la mia solidarietà».

«Lo Slogan, 5 anni fa, era “Varese riparte davvero”. C’era necessità di usare questo slogan perché bisognava trasmettere ai cittadini che alcune cose di cui si parlava sempre nei programmi elettorali potevano essere davvero compiute. Questa volta lo slogan è “soprattutto Varese“. Perchè molte delle cose di cui si parlava tanto sono state fatte, e si può pensare al futuro».

Per esempio: «Tra le cose che non sarà più necessario mettere nei programmi di tutte le liste varesine ci sarà il Politeama, questo teatro fermo da 15 anni, perchè finalmente verrà riqualificato: un risultato importante, grazie innanzitutto alla Fondazione Molina».

Il futuro a cui si punta però non potrà fare a meno di prendere in considerazione gli ultimi due anni: «Il primo punto del programma sarà “Soprattutto salute“. è innaturale che all’interno di un programma elettorale per le comunali ci sia la sanità, ma noi lo abbiamo comunque voluto e sarà un tema centrale. Costituiremo amministrativa che si occuperà di sanità, la pandemia ha evidenziato la necessità di una diffusione territoriale del sistema.  Nel programma però ci sarà anche rigenerazione, rilancio, supporto ai cittadini. Noi siamo pronti».

La seconda metà del discorso, durato circa mezz’ora,  ha coinvolto molto più direttamente i suoi avversari, e “scatenato le folle”: «Ne sento ancora parlare, ma sfido chiunque a fare un confronto sull’esistenza o meno di un buco di bilancio a conclusione dell’amministrazione Fontana. Niente di illecito, ma mostrano una cattiva pianificazione del bilancio, che impedisce di provvedere alla città. Quando denunciano una buca o una mancanza di manutenzione, dicono spesso il vero: per la manutenzione però non servono grandi progetti: l’assessore Civati ce li ha tutti nel cassetto. Le manutenzioni sono come un juke box: metti una moneta, e ascolti una canzone, ne metti di più e ne ascolti di più. Se noi avessimo avuto quei 10 milioni che qualcuno non ha lasciato nel bilancio, avremmo quei soldi e i nostri quartieri sarebbero migliori. Non importa, perché l’assessore al bilancio sta rimettendo a posto tutto».

E infine l’affondo: «Il tema della credibilità è importante, e il fatto che siate arrivati cosi numerosi è un segnale. Quando sono entrato scherzavo parlando di Salvini e della Meloni, ma lo sappiamo: passeranno dalla nostra città,  e magari riempiranno le piazze, perchè parlare alla pancia è facile – Anche se dopo stasera non so se verranno, perché siamo tanti… –  magari però verranno, ma dopo mezz’ora un’ora se ne andranno. E allora la credibilità delle cose fatte in questi anni e i progetti futuri faranno la differenza. C’è un dato, uno, che rende chiaramente idea di qual è la differenza: 100 a 0.  Sono i milioni che abbiamo ottenuto per la città contro i milioni che hanno ottenuto loro in 23 anni. E’ un dato dimostrabile: sono pronto per confronti con tutti». Quest’ultima frase è detta con forza ad alta voce al microfono, e ripetuta dai più entusiasti dei candidati partecipanti: una sorta di happening a cui Galimberti non ci aveva davvero abituato. Ma tant’è la forza di questa campagna, dove l’entusiasmo e i toni sembrano superiori al normale.

Ai candidati alla fine del suo discorso lancia qualche raccomandazione: «Innanzitutto i toni della campagna: dobbiamo essere impeccabili, parlare di noi, dei progetti, temi concreti. Senza cogliere provocazioni, sempre con stile». Ma ormai la campagna è partita, e non sembra proprio che verrà combattuta a colpi di stiletto.