Medicina del territorio, Case di comunità, utilizzo delle risorse del Recovery destinate al potenziamento dei presìdi e dei servizi di prossimità. Apre con queste azioni il programma per i prossimi anni del candidato sindaco Davide Galimberti.

«Soprattutto salute – afferma Galimberti – Aver inserito al primo punto la sanità nel programma elettorale è una novità assoluta ma inevitabile, perché non si può ridisegnare le città del post pandemia senza affrontare la pianificazione della sanità territoriale e le innovazioni che saremo chiamati ad attuare in tale ambito. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha recentemente ripartito le risorse del PNRR per le varie missioni e ha assegnato, tra le altre, al Ministero della salute 2 miliardi per le case della comunità e quasi 7 miliardi per le case come primo luogo di cura e telemedicina. Tali somme devono essere spese bene e la pianificazione non può che partire dai comuni e da un confronto con tutti gli operatori della sanità. Ecco perché ho voluto mettere al centro la salute. In questi mesi di pandemia abbiamo compreso ancora di più l’importanza di un sistema sanitario sempre più efficiente anche per la tenuta del nostro sistema economico-sociale».
Soprattutto Salute
Migliorare la salute e il benessere e ridurre le disuguaglianze sanitarie per tutti: «è questo il progetto per cui vogliamo impegnarci, per questo desideriamo essere protagonisti, tutti insieme, per promuovere e attivare una voce forte nella rete dei servizi per la salute. Abbiamo affrontato negli ultimi 18/20 mesi una sfida importante e inattesa che ci ha fatto sentire tutti più insicuri e precari.

* Occorre trovare un nuovo modo di vedere e di approcciarsi alle risorse, alle necessità dei più fragili, alle risposte da dare e alle modalità per promuovere nuovi stili di vita e di lavoro.
* Abbiamo capito che i progressi sostenibili nella sanità pubblica e nei servizi sanitari possono essere raggiunti solo attraverso la collaborazione.
* Vogliamo darci strumenti di pensiero e di azione per stare insieme, accanto alle persone che hanno bisogno di sostegno, per essere dentro alle comunità che vogliono cambiare, per esser parte attiva di quella società civile che non si è mai fermata.

L’EUPHA ( l’organismo internazionale che riunisce gli Istituti superiori di sanità dei diversi Paesi europei), definisce la salute pubblica come: la scienza e l’arte di prevenire le malattie, prolungare la vita e promuovere la salute e il benessere attraverso gli sforzi organizzati e le scelte informate della società, delle organizzazioni, del pubblico e del privato, delle comunità e degli individui.

D’altra parte la sesta missione del Piano Nazionale di ripresa e Resilienza (PNRR) dedica agli interventi legati alla Salute una larga fetta dell’investimento complessivo di 250 miliardi di euro.
In ragione di queste risorse serve una nuova visione della città e una più attenta considerazione per quanto riguarda anche l’inquinamento delle risorse naturali e la distruzione della biodiversità, la progettazione urbana e la pianificazione territoriale, produttiva e dei trasporti, e la messa a frutto delle potenzialità tecnologiche e informatiche per salvaguardare l’integrità del pianeta: è il progetto che vedrà impegnato il nostro territorio per arrivare puntuale all’appuntamento nazionale.
E’ un programma che propone di attuare una strategia di riorganizzazione dei servizi sociosanitari in relazione alle esigenze della società post covid.
Si supera il concetto di ‘salute’ come sola ‘cura della malattia’ per aprirsi a un approccio più largo.

In questo disegno il governo delle città, il Sindaco ed il comune nel suo complesso, soprattutto in un capoluogo di provincia, avranno un ruolo determinante nel guidare il cambiamento, progettare l’ampliamento delle piattaforme, dei luoghi e degli spazi pubblici dedicati ai servizi sociosanitari, di istruzione, alta formazione, distribuendoli sul territorio, coinvolgendo in modo integrato tutti gli attori della salute: istituzioni, medici di famiglia, specialisti, farmacisti, infermieri e ogni altro professionista fino alla singola persona.
Si torna ad un modello di servizi sociosanitari erogati in ogni angolo del territorio, mettendo in discussione e invertendo il senso di una centralizzazione dei servizi che ha mostrato tutti i suoi limiti con la pandemia.

Più servizi e più vicini. La sinergia con l’università, con le strutture pubbliche della salute e anche con una attenzione a ciò che si muove nel privato possono diventare le basi solide di una città che, dopo aver operato per la rigenerazione delle parti urbane, ora si riconfigura intorno a una nuova idea di sanità, partecipazione, benessere, spazio, natura.

Fra le principali criticità che sono risultate evidenti nel corso dell’emergenza sanitaria va annoverata, sia pur considerando le differenziazioni che si registrano a livello regionale, l’inadeguatezza dei servizi di medicina territoriale.
Dovranno poi essere rafforzati i servizi di telemedicina e di sanità digitale (telehealth, telecare, ecc.) che consentano l’erogazione di servizi a distanza, con beneficio soprattutto per i pazienti affetti da patologie croniche, senza costringere i pazienti stessi ad uscire di casa per fruire delle più ricorrenti prestazioni sanitarie e sottoporsi a valutazione clinica da parte dell’operatore sanitario di riferimento.
La casa di ciascuno può diventare così per molti il luogo di cura, alleggerendo considerevolmente il sistema sanitario pubblico dei consistenti oneri finanziari, logistici ed organizzativi oggi derivanti dall’erogazione delle prestazioni.

Il ruolo del sindaco. La fiducia accordata al ruolo del Sindaco come promotore di benessere e qualità di vita urbana è perciò una sfida avvincente che vale la pena di condurre sino in fondo con passione e responsabilità.
Come farlo? Innanzitutto, recuperando una dimensione territoriale del tema della salute e della sanità. Un tema fondamentale è, infatti, il rapporto con il territorio. I sindaci non si candidano oggi a gestire la sanità o a tornare a vecchi e superati modelli di interazione con le aziende sanitarie, bensì si stagliano come figure in grado coordinare e dialogare autorevolmente con tutti i soggetti che, a vario titolo e competenza, si occupano della tutela e della promozione della salute come avvenuto per la gestione della pandemia. Si tratta di difendere una responsabilità piena, quella di essere autorità sanitaria, curando in maniera più mirata ed efficace l’aspetto dell’analisi dei determinanti di salute sociali dei nostri cittadini. È un aspetto decisivo e importante, che implica un nuovo e significativo rapporto con il territorio, in una dimensione di prossimità, di cura e di prendersi cura del cittadino.

La tutela e la promozione della salute dei cittadini sono infatti un compito fondamentale per i Sindaci, in quanto autorità sanitaria locale, che richiede loro una visione strategica e che implica la collaborazione con le altre Istituzioni coinvolte attraverso una serie di azioni coordinate che vanno dall’elaborazione di politiche urbane che abbiano come priorità la salute, al miglioramento della rete dei trasporti, della qualità del verde cittadino e delle politiche ambientali, alla promozione delle attività sportive fino a interventi di partecipazione sociale, welfare e sostegno alle fasce più deboli.

Una Varese soprattutto in salute è quindi una città che misura la sua qualità attraverso il benessere dei suoi cittadini, anche degli ultimi e dei penultimi, italiani o stranieri, di coloro che rimandano una visita medica di cui avrebbero bisogno per motivi economici, e di chi, pur lavorando, fatica a raggiungere standard di vita dignitosi. Ignorare la presenza di queste persone significa infatti guardare solo al presente, dimenticandosi che nessun individuo e luogo è davvero lontano dal cuore pulsante della città e che il benessere di essa dipende da tutti i suoi cittadini, nessuno escluso.

Un’ occasione importante per offrire servizi diffusi sul territorio sarà la costituzione delle Case di comunità, dove un pool di professionisti metterà a disposizione degli assistiti una maggiore accessibilità e un’efficace copertura assistenziale.
Sono il luogo fisico dove la comunità può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e socio-sanitaria.
Per il Comune l’individuazione delle Case di comunità nella Città di Varese, non sarà solo una questione urbanistica, ma una delle scelte strategiche più rilevanti che dovrà compiere, per rendere tali strutture facilmente riconoscibili e raggiungibili dalla popolazione (parcheggi, mezzi pubblici, servizi, farmacie, ecc…).

Nelle Case di comunità opereranno medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti, infermieri ed altro personale dell’ambito sanitario e sociale. In particolare i servizi infermieristici presenti opereranno sia in termini di prevenzione collettiva e promozione della salute pubblica, sia in termini di assistenza domiciliare integrata per la gestione delle patologie croniche (Infermiere di Famiglia e Comunità).
Per una compiuta medicina di prossimità è inoltre indispensabile il coinvolgimento delle farmacie, con i loro nuovi servizi e con nuove funzioni assistenziali rivolte ai cittadini.

Bisogna tuttavia sottolineare che saranno le nostre case a dover diventare il primo luogo di tutela e promozione della salute, perché è nella propria abitazione che ogni cittadino deve poter sentire la protezione e il sostegno di tutta la sua comunità, per questo si debbono promuovere le figure sanitarie dell’infermiere di famiglia e di comunità, lo psicologo di territorio, l’ostetrica di famiglia, favorendo così le sinergie tra Comune, Aziende Sanitarie e Terzo settore, anche valorizzando il ruolo dell’assistente sociale, degli educatori, degli operatori socio-sanitari. Un sistema sanitario moderno deve essere capace di includere tutti gli ambiti che hanno impatto sulla salute dei cittadini: la rivalutazione del ruolo del Comune può permettere di portare a buon fine quella che fino ad oggi è rimasta una visione incompiuta.

Al sindaco ed al Comune si potrà affidare, finalmente, una responsabilità ben visibile, una funzione di regia per la comprensione, nel loro insieme, di tutti i fattori in gioco, e per l’ascolto attento, la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini e del Terzo Settore alle politiche per la salute. Sappiamo, infatti, della sofferenza dei malati: malati ‘sospesi’ nelle cure, della prevenzione e nelle attività riabilitative a causa del Coronavirus. Sappiamo inoltre della sofferenza, muta e composta, dei caregiver, per troppo tempo lasciati soli a gestire situazioni complicate, e dolorose. Basti pensare ai malati e alle malate di cancro, Alzheimer, Parkinson e alle patologie cardio-vascolari. Nonché ai genitori di bambini con bisogni particolari.
Per tenere ben salda la barra del timone lungo la rotta porteremo avanti l’individuazione in capo al sindaco o suo delegato delle competenze relative alla salute nei termini indicati in questo punto del programma.

L’attività del Comune in ambito sanitario sarà supportata da un gruppo di lavoro e da personale dell’ente che offrirà capacità e competenze di gestione della sanità pubblica, di sociologia e psico-sociologia delle comunità, di architettura urbana e di metodologie per la riduzione delle disuguaglianze di salute, sarà in grado di coordinare e implementare le azioni per la salute pubblica nel contesto urbano in funzione degli obiettivi di mandato espressi dal documento di programmazione dell’Amministrazione comunale con cui s’interfaccerà diventando elemento di connessione tra la stessa e le amministrazioni sanitarie locali.

Nel prossimo mandato, per dare sostanza alle espressioni usate occorre che vengano promossi e attivate iniziative in diverse campi e direzioni, come:
“Prevenzione e salvaguardia della salute fisica e mentale”
“Attenzione alla persona-Sostegno alla fragilità”
“Longevità e over 65”
“La città dei bambini e degli adolescenti con attenzione alla dotazione di servizi e al tema dei diritti: allo studio, al cibo, alla cura
“Una città sicura”
“Prevenzione delle Infezioni Sessualmente Trasmesse” con particolare riguardo al potenziamento e diffusione universale della vaccinazione anti HPV unica arma di prevenzione primaria in oncologia.
“Accompagnamento alla Procreazione Consapevole” con approfondimento delle tematiche non solo contraccettive nell’ambito di incontri divulgativi e di informazione che coinvolgano i Consultori , gli Specialisti del territorio e le Scuole Superiori.
“Sport educazione prevenzione socialità” per promuovere e comunicare corretti stili di vita
“Tecnologia al servizio dei cittadini” anche per diffondere gli open data disponibili
“Alfabetizzazione sanitaria” per promuovere consapevolezza e cultura della salute
“ Reti di prossimità” strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale: gli interventi di questa componente intendono rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari

Le case della salute a servizio per la città, d’intesa con le autorità sanitarie e gli altri comuni, potranno essere insediate in immobili di proprietà comunale come ad esempio parte del comparto ex Aermacchi in cui ci sono uffici del comune o scuole abbandonate.
A fronte della pandemia è necessario approvare, contestualmente all’approvazione del PGT, del piano regolatore sociosanitario per programmare ed inserire il potenziamento dei servizi sociosanitari necessari»