Chi dal prossimo 5 ottobre siederà sulla poltrona del sindaco in comune a Dairago dovrà fare i conti con quella che pandemia e crisi climatica hanno ridefinito come una priorità assoluta: la mobilità sostenibile. Destinataria di risorse per oltre 25 miliardi di euro nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza messo a punto da Palazzo Chigi per definire la ripartizione delle risorse che arriveranno all’Italia dall’Unione Europea con il programma Next Generation EU, ovvero il cosiddetto Recovery Fund, la mobilità sostenibile è sempre più una priorità per cittadini e, di conseguenza, amministrazioni. Per questo LegnanoNews ha deciso di mettere a confronto su questo tema i programmi dei tre candidati alle prossime elezioni di domenica 3 e lunedì 4 ottobre.

CIVICA DAIRAGO

Cinque le linee di intervento messe a punto da Paola Rolfi con Civica Dairago: «piste ciclopedonali intercomunali lungo le tre principali direttrici stradali, in direzione di Villa Cortese, Busto Arsizio e Olcella», da progettare a livello sovracomunale per accrescere la possibilità di “aggiudicarsi” i fondi del PNRR; «piste ciclabili interne al paese, collegando le piste ciclabili già esistenti e dando la priorità ai percorsi al servizio delle zone nevralgiche», ovvero il centro del paese, le scuole e il cimitero; «strade a “coabitazione” automobilisti/ciclisti» nelle vie «molto frequentate da ciclisti in cui non è possibile realizzare piste ciclabili» attraverso «sensi unici “intelligenti” e segnaletica orizzontale “colorata” per garantire forme di precedenza ai ciclisti»; abbattimento delle barriere architettoniche «perché la libertà di movimento è un diritto anche per chi ha difficoltà motorie»; e «promozione degli spostamenti a piedi e in bici, con progetti per le scuole (corso di educazione stradale) e gli adulti (“Dairago bike to work”: incentivi economici per chi va al lavoro in bicicletta)».

SCELGO DAIRAGO

Puntano su ciclabili tra i punti di maggior interesse del paese e le direttrici di entrata e uscita dal centro abitato e sulla collaborazione con scuole e associazioni Federico Olgiati e Scelgo Dairago. «La più diffusa forma di mobilità sostenibile è rappresentata dalla ciclabilità che nel corso del tempo è diventata sempre di più un’alternativa all’utilizzo dell’auto privata con ricadute positive in termini di qualità dell’aria e di vivibilità del territorio – spiegano -. Un comune come Dairago deve partire dalla pianificazione e progettazione della rete ciclabile, progettazione che nasce individuando i punti di maggior attrazione per i cittadini dairaghesi (scuole, Tigros, poste, banche, mercato, etc) per poi andare a congiungersi con le direttrici radiali principali in entrata ed in uscita al centro abitato. La promozione alla ciclabilità deve partire dal mondo scolastico passando dalla collaborazione con le associazioni presenti sul territorio per finire con la valorizzazione del canale ecologico che corre in direzione nord dal Parco Alto Milanese verso il Ticino attraversando il Parco delle Roggie».

UNIAMO DAIRAGO

Un sistema integrato di piste ciclopedonali, attraversamenti protetti e interventi su segnaletica e illuminazione è la ricetta di Milvia Borin e UniAmo Dairago. La lista propone la «creazione di una rete di percorsi ciclo-pedonali, anche a mitigare la pericolosità delle principali strade di collegamento verso gli insediamenti vicini (in primis Villa Cortese e Busto Arsizio-Legnano)», anche attraverso il necessario coordinamento sovracomunale, con «la realizzazione di tratti per la continuità tra percorsi ciclo-pedonali già esistenti con il Tigros  e la pista di Busto Garolfo» come obiettivo primario. Poi «attraversamenti protetti e illuminati lungo le principali vie ad alta percorrenza e in aree dove la presenza di pedoni impone la massima attenzione». Per migliorare la sicurezza si punterà su «idonea segnaletica, illuminazione e lampeggiamento adeguati» per gli attraversamenti pedonali in modo da rallentare i veicoli e aumenta la visibilità anche in caso di maltempo o di notte, favorendo soprattutto «la mobilità dei più giovani che si recano a scuola, nelle strutture sportive o in parrocchia».