E’ stato un “pomeriggio speciale” come l’ha definito l’assessore regionale alle disabilità Alessandra Locatelli: un sopralluogo con il candidato candidato sindaco Matteo Bianchi (“In realtà, noi siamo anche compagni di banco in parlamento” ammente scherzosamente Bianchi nel presentare l’assessore ed ex ministro) nelle principali eccellenze di cura e trattamento della disabilità di Varese.

Fondazione Piatti, Polha, Fondazione Molina: questi i tre luoghi che hanno visitato il candidato e l’assessore, insieme a Emanuele Monti, presidente della commissione sanità in regione e Francesca Brianza, vicepresidente del consiglio regionale ed entrambi candidati al comune di Varese.

«Un pomeriggio intenso e produttivo – ha commentato Matteo Bianchi – che ha avuto come comune denominatore la persona. Con attenzione alla disabilità e agli sport per diversamente abili e anziani. Abbiamo visitato strutture che devono rimanere patrimonio della città, e sono grato alla campagna elettorale che in questi casi è stimolo per approfondire una serie di argomenti».

Argomenti per cui è sempre più necessaria «Una cabina di regia – ha sottolineato Alessandra Locatelli – Me la chiedono tutti, ed è diventata urgente. perchè tutti noi possiamo fare di più insieme, non solo il comune, collaborando con le associazioni del terzo settore. E apprezzo la competenza di Bianchi e la sua domanda di una “casa delle disabilità”». [lefoto id=1246598]

A conclusione del “tour” l’incontro riepilogativo della giornata è stata nel locale Altamura, proprio di fronte al Molina: un incontro che è stato anche occasione per presentare anche due giovani candidati, impegnati sull’argomento per esperienza personale: Katia Angela Catalano, candidata per “Grande Varese – Varese città giardino” e Luca Loria.

Per Katia: «l’amministrazione attuale non ha preso in considerazione le difficoltà. le difficoltà dei giovani e dei disabili, in problemi che delle quotidianità: pensate ai marciapiedi» Per Luca invece «Sogno degli hotel etici, come è stato recentemente inaugurato a Roma. E applaudo le esperienze, come quella del Cafè 21, che fa lavorare chi ha disabilità».