La piazza di Varese è quella che ha atteso più a lungo ma è qui che si è chiuso il tour elettorale di Matteo Salvini nel Varesotto a sostegno dei candidati sindaco del centrodestra.

Una piazza piena che ha accompagnato gli interventi dei dirigenti della Lega: da Cecchetti a Fontana, da Giorgetti al leader Matteo Salvini. Una piazza alla quale dal palco è stato chiesto un impegno maggiore rispetto a quanto detto a Gallarate e Busto Arsizio: “Ognuno deve fare uno sforzo per vincere al primo turno“, perché vivo è il ricordo del ballottaggio di cinque anni fa quando le elezioni premiarono il centrosinistra.

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Sul palco di piazza Cacciatori delle Alpi Matteo Salvini ha portato le battaglie già ribadite nelle precedenti città: contrarietà allo ius soli, alla cannabis libera, al ddl Zan, al reddito di cittadinanza e all’abolizione di quota cento. Con una parentesi in più: quella che ha visto Giancarlo Giorgetti, dato negli scorsi giorni come in rotta con la linea del leader, ribadire la sua fiducia e smentire le notizie circolate: «C’è qualcuno che purtroppo ci crede a queste cose. – ha spiegato il leghista di Cazzago Brabbia – ma a me Bossi mi ha insegnato una cosa: l’unità del movimento sta sopra di tutti e nessuno può avere neanche il pensiero di spaccare alcunché. Il sacrificio che fa Matteo è incredibile e io quando vado a letto la sera so di aver fatto del mio meglio per far fare bella figura alla Lega».

«Questa piazza farà spaventare qualcuno nel Pd perché è incredibile – ha detto Salvini dal palco -. So che sarà premiato Matteo Bianchi, un politico che sta facendo il percorso inverso a quello che si vede di solito: dal Parlamento di Roma si sta mettendo in gioco per fare il sindaco di una grande città e io sono sicuro che questo sarà premiato. In queste elezioni si scelgono due visioni del mondo diverse, da una parte chi ha come priorità le tasse, lo ius soli, la droga libera e da questa chi invece sceglie la vita».

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«Ho fatto questa scelta perché sento di dover restituire a Varese tutto l’affetto che mi è stato donato – ha chiosato Matteo Bianchi -. Mi hanno chiesto di metterci la faccia e la mia disponibilità per questa sfida importante e complicata. E io lo faccio per questo, perché quando una comunità ti da tanto poi lo devi restituire».