Lunedì 20 settembre è la data entro cui Regione Lombardia chiede al Comune di Gallarate di fornire tutta la documentazione relativa alla mappatura dell’area d’intervento di “Grow29”, il progetto di rigenerazione urbana di Cascinetta e Cajello.

Ed è proprio oggi che Officina di Cura Urbana, la lista di sinistra della coalizione di Margherita Silvestrini alle amministrative del 3 e 4 ottobre, esprime dubbi riguardo all’utilizzo del termine “rigenerazione urbana”, « laddove questo progetto prevede la costruzione ex novo di un polo scolastico che accentrerà in unica sede le scuole dell’infanzia e le scuole primarie di due quartieri ben distinti: Cascinetta e Cajello».

“Rigenerazione urbana?”

Continuano poi a criticare il progetto in toto: «Il nuovo polo vedrà la cementificazione di 20.000 metri quadrati di area verde, con impatto su tutto il locale ecosistema, e la decentralizzazione rispetto all’abitato di Cajello delle scuole: in pratica, senza alcuna consultazione dal basso – come ad esempio fu fatto tramite il bilancio partecipato – si decide che Cajello non avrà più le scuole nel quartiere, ma le famiglie dovranno accompagnare i figli in quello vicino». Inoltre viene lamentata una scarsa informazione nei confronti delle famiglie dei due quartieri gallaratesi, «che, inconsapevoli che a breve le scuole dei loro figli verranno chiuse, a inizio anno scolastico si domandano come mai non siano state sistemati gli infissi, la caldaia e tutti gli interventi necessari affinché una scuola sia un luogo salutare in cui vivere. Siamo consapevoli che il progetto oramai non può essere modificato (pena la perdita dei fondi regionali) ma ci sembra comunque corretto dare voce alle famiglie, al quartiere, così che in futuro si possa ripensare insieme a nuove soluzioni, non solo per Cascinetta e Cajello, ma per tutti i quartieri di Gallarate».

“Un’amministrazione miope”

Per Officina, dunque, si dovrebbe parlare, più che di rigenerazione, di  una scelta volta a favorire «solo chi specula sull’edilizia»: «Se l’attuale amministrazione, miope nel valutare altre scelte, avesse voluto veramente agire una rigenerazione, avrebbe lasciato le scuole ubicate dove sono, ristrutturando gli edifici esistenti. Questa seconda scelta avrebbe evitato di perdere le scuole nel quartiere di Cajello, evitato il consumo di suolo e a livello di impatto ambientale, evitato l’inquinamento che deriverà dalla gestione futura della viabilità; molte famiglie che attualmente accompagnano a piedi i bimbi a scuola, si vedranno costrette ad utilizzare l’automobile».

Infine, enumerano degli esempi di rigenerazione di ciò che già esiste che sarebbero potuti essere attivati: «Sarebbe costato sicuramente meno rigenerare l’esistente, lasciando così margine di investimento per aggiungere servizi, invece di toglierli: come le case della salute, centri ambulatoriali aperti per la medicina di prossimità, la casa delle mamme – luogo
di incontro, scambio e accompagnamento alla nascita e alla crescita dei bambini – un centro di alfabetizzazione, che possa incrementare le opportunità di integrazione delle numerose famiglie di origine straniera che abitano a Cajello. Cajello risulta per sua naturale collocazione alla periferia di Gallarate e noi di Officina di cura urbana riteniamo indecente che si possa pensare di togliere i servizi al quartiere, invece di fornirne di nuovi».

Sempre sul progetto Grow29, Davide Ferrari del Partito Democratico ha voluto dire la sua: «Il progetto Grow 29 ha sicuramente margini di miglioramento, ma sarà necessario verificare con la regione fino a che profondità potrà essere modificato per correggere le innegabili criticità sociali e ambientali che esso presenta. In ogni caso ribadiamo che per noi la rigenerazione è una cosa diversa: deve essere davvero sostenibile, procedere da ciò che esiste e coinvolgere i residenti e tutti gli attori coinvolti».