Da qualche giorno in paese a Cocquo Trevisago chi passa di fronte ai tabelloni per le liste elettorali vede alcuni manifesti oscurati. Il motivo è legato, dicono dal comando della polizia locale, al fatto che le affissioni della lista numero 2 (Primavera) sono risultate essere difformi dalle norme di legge.

In pratica dai riscontri effettuati risultava mancante il nome del candidato e il nome dello stampatore o del committente, oltre ai requisiti di grandezza.

Le violazioni riscontrate riguardano la legge 515/93, art 3 comma 2 e arti 15 comma 2 della legge 47/1948 articoli 2 e 7.

Il sindaco sulla questione è intervenuto nella pagina ufficiale del Comune con un post dove si dice dispiaciuto delle polemiche nate sui social da questa vicenda e difende l’operato della polizia locale: «Desidero ricordare che le restrittive regole della pubblica affissione elettorale imposte ai comuni e alle liste elettorali ( a cui tutti dobbiamo attenerci) non sono stabilite dal comune, bensì sono regole nazionali e ogni lista deve rispettarle, a partire dalle dimensioni della cartellonistica utilizzata e dalla dichiarazione di committenza. Mi spiace che il mancato rispetto di queste regole, sicuramente determinato da ingenuità e facilmente risolvibile, venga attribuito a persecuzione da parte dell’amministrazione in carica, che nulla può di fronte a normative di carattere nazionale che essa stessa deve rispettare».

Da qualche giorno in paese a Cocquo Trevisago chi passa di fronte ai tabelloni per le liste elettorali vede alcuni manifesti oscurati. Il motivo è legato, dicono dal comando della polizia locale, al fatto che le affissioni della lista numero 2 (Primavera) sono risultate essere difformi dalle norme di legge.

In pratica dai riscontri effettuati risultava mancante il nome del candidato e il nome dello stampatore o del committente, oltre ai requisiti di grandezza.

Le violazioni riscontrate riguardano la legge 515/93, art 3 comma 2 e arti 15 comma 2 della legge 47/1948 articoli 2 e 7.

Il sindaco sulla questione è intervenuto nella pagina ufficiale del Comune con un post dove si dice dispiaciuto delle polemiche nate sui social da questa vicenda e difende l’operato della polizia locale: «Desidero ricordare che le restrittive regole della pubblica affissione elettorale imposte ai comuni e alle liste elettorali ( a cui tutti dobbiamo attenerci) non sono stabilite dal comune, bensì sono regole nazionali e ogni lista deve rispettarle, a partire dalle dimensioni della cartellonistica utilizzata e dalla dichiarazione di committenza. Mi spiace che il mancato rispetto di queste regole, sicuramente determinato da ingenuità e facilmente risolvibile, venga attribuito a persecuzione da parte dell’amministrazione in carica, che nulla può di fronte a normative di carattere nazionale che essa stessa deve rispettare».