Anche Stefano Bruno Galli, assessore regionale all’Autonomia e alla Cultura, è venuto a Varese per sostenere la candidatura di Matteo Bianchi.

«Ammetto che è venuto anche nelle due campagne elettorali per Morazzone, ed è sempre andata bene» ci ha scherzato su Bianchi. «A dire il vero sono venuto anche nel 2018 per le politiche» sottolinea Stefano Bruno Galli «Quindi le volte in cui ti ho portato bene sono tre»

Bianchi l’ha portato alla mostra di Frattini e alle installazioni della Varese Design Week. «Vogliamo dare un segnale di quanto per noi la Cultura, legata all’argomento del Turismo, sia un aspetto fondamentale» ha sottolineato Bianchi. Ma anche Galli ha preso l’impegno di «rilanciare la cultura di questa città, che ha un’enorme potenziale, ma che è seduta su una polveriera»

Il giro in centro non si è fermato li: «Ho portato l’assessore ai Giardini Estensi, e non per caso: ne ho approfittato per parlare con lui del mio progetto di rilancio del palazzo municipale, che deve recuperare tutto il suo valore storico e architettonico ed essere aperto alla città e ai visitatori, della conseguente ipotesi di trasferire gli uffici comunali nell’ex caserma Garibaldi – ha spiegato Bianchi – Un tema che ha creato fibrillazione nel centrosinistra, che ha avuto una reazione piccata. Ha lanciato accuse di danno erariale che, preciso, sono infondate, e ha utilizzato in maniera strumentale la carta intestata del Comune per affrontare questioni da campagna elettorale, facendo una grave scorrettezza».

Galli, sull’argomento, sostiene convintamente il candidato del centrodestra: «Bianchi ha ragione su Palazzo Estense – spiega – Quando dice di spostare gli uffici amministrativi da Palazzo Estense all’ex caserma Garibaldi pensa a valorizzare la bellezza di Palazzo Estense. Una cosa che si potrebbe fare senza mettere in discussione, per quanto riguarda l’ex Caserma, gli spazi da destinare all’Archivio del Moderno»

Un’attenzione sull’accordo Italia – Svizzera su cui l’assessore alla cultura rincara, mettendo una “pulce nell’orecchio” sull’efficienza dell’attuale amministrazione: «L’accordo sul patrimonio dell’Archivio del Moderno, che Varese ha, complimenti a lei, strappato a Como e Novara, prevede che il materiale sia trasferito nella sua nuova sede entro il 2022. Oggi entrando in città e vedendo lo stato del cantiere ho qualche dubbio sul fatto che quella scadenza venga rispettata. Non sarebbe una buona cosa, la Cultura dovrebbe essere gestita in altro modo».

Sulla gestione della cultura a Varese, Galli ha anche qualcos’altro da ridire: «Il Sacro Monte è un patrimonio Unesco al 100% gestito dalla regione. Potremmo fare molte cose, ma ogni volta che abbiamo provato a ragionare con l’attuale amministrazione sulle possibilità di valorizzazione abbiamo sempre trovato le porte chiuse. Spero che il 4 ottobre si volti pagina e si possa tornare a lavorare».

«Noi veniamo fuori da una pandemia durata più di un anno e mezzo, e questo ha innescato derive disgregative della socialità molto forti. Io sono convinto che solo valorizzando patrimonio culturale è possibile ricostituire la socialità: per questo se pensiamo di abbattere un teatro vuol dire che non abbiamo capito niente di quello che è successo. Questa offerta conferisce identità al territorio e permette offerta culturale integrata. Sono perciò d’accordo totalmente con le proposte di Bianchi e voglio dare un segnale per Varese»