Andrea Cassani si conferma sindaco di Gallarate senza bisogno di ballottaggio: il sindaco uscente si è presentato in sala consiliare, ufficializzando la vittoria, con il 52%.
Ha votato il 48,9% degli aventi diritto, più o meno come al ballottaggio del 2016.
La sfidante di centrosinistra Margherita Silvestrini ha ottenuto il 35%, Sonia Serati – che aveva accentuato il suo carattere di centrodestra alternativo – ha ottenuto il 6,2%, il civico Massimo Gnocchi arriva al 5,2%. Tiziano Fracchia, il candidato di Italexit, si è fermato all’1,7%.
In sostanza a Gallarate ha votato la stessa percentuale di elettori del ballottaggio del 2016 e l’esito è stato simile, con Cassani confermato con un risultato appena più basso di quella ottenuta nello “spareggio” con il centrosinistra.
Un risultato rimarchevole, visto che è transitato indenne dalla inchiesta Mensa dei Poveri e che aveva visto la sua maggioranza assottigliarsi con la fuoriuscita dei ferrazziani e di un consigliere di Forza Italia (Leonardo Martucci, che insieme ai ferrazziani è confluito nella lista di Sonia Serati).
«Le opposizioni – ha detto il sindaco rieletto – volevano un referendum pro o contro Cassani e il risultato è questo: Gallarate ha votato pro Cassani».