“Mi rivolgo a tutti i varesini a chi mi ha votato al primo turno, ma anche a chi non mi ha votato al primo turno: a chi ha cambiato idea vedendo l’atteggiamento di Galimberti, a chi ha votato gli altri sindaci. Ma sopratutto mi rivolgo a chi è rimasto a casa: essere sindaco con un quarto del consenso degli elettori è una sconfitta per tutti, ed è importante che non sia così”.

Questo è l’ultimo appello al voto di Matteo Bianchi, il candidato sindaco di Centrodestra a Varese, nella sala superiore del bar Biffi in piazza Podestà.

“Per il resto, palazzo Estense dietro di me è un immagine emblematica: mi auguro diventi lunedi la mia nuova casa, è stata una campagna entusiasmante, che ha toccato il cuore dei varesini”

GLI ULTIMI SASSOLINI TOLTI DALLA SCARPA

Tra le ultime chiacchiere con i cronisti, c’è stato tempo anche per togliersi gli ultimi sassolini dalla scarpa: “Tanto per chiarire una casa a margine dei confonti, dove le regole ti impedisco di dare risposta se sei il secondo a farlo, vorrei precisare che io non ho mai detto che avrei spostato l’archivio del moderno, coma con un po’ di furbizia ha detto Galimberti. Piuttosto appena riparte la macchina comunale bisogna occuparsi subito dell’archivio del moderno, che ha dei tempi stringenti e un termine al 2022, e su quello si deve accelerare”.

Sui commenti dell’altra coalizione alle frequenti visite di Salvini: “Io devo solo ringraziare Salvini, che è carico da tanti giorni di campagna elettorale, però è sempre presente per i varesini, e lo ringrazio per il suo sostegno. Per chi si “lamenta” delle volte in cui è qui, non mi va di ricordare che nel 2016 venne sostenuto per due volte a spada tratta da Renzi, ma qualcuno potrebbe avere la memoria corta. Non mi vergogno di chi viene a sostenermi, e che mi hanno onorato per venir qui. Quello che importa è il consumo delle scarpe, per questa campagna, che è li da vedere”.