Il gesto è stato plateale, nell’ultimo giorno di campagna elettorale davanti a palazzo Estense, ma sembrava essere caduto nel vuoto di quelle ultime convulse ore.

E invece la “lettera di sfratto” diffusa dal candidato leghista e consigliere regionale Emanuele Monti venerdì scorso, in cui contestava al sindaco di Varese Davide Galimberti di essere ingrato nei confronti della giunta regionale della Lombardia, aggiungendo che “È ovvio che la stessa vorrà rivedere tutti i progetti in corso di finanziamento oltre a valutare di destinare ogni futura risorsa ad altre realtà della nostra provincia che hanno dimostrato serietà e trasparenza a differenza di te, caro sindaco” è stata notata dal collega in Regione Samuele Astuti.

«Sono gravissime le parole rivolte dal consigliere regionale Emanuele Monti al sindaco Davide Galimberti in una lettera aperta diffusa venerdì – commenta Astuti, consigliere regionale PD – Sul giudizio dato al sindaco, a Monti deve bastare il responso dei varesini, ma non possiamo sorvolare sulla minaccia rivolta all’amministrazione, anzi, ai cittadini di Varese, di togliere risorse regionali alla città per destinarle ad altri comuni ritenuti meno ingrati verso la giunta regionale guidata da Attilio Fontana».

Secondo Astuti, non sarebbe nemmeno la prima volta: «Ricordo che la stessa giunta ha già dimostrato la sfrontatezza di destinare risorse ai comuni amici senza alcun bando e alcuna graduatoria, quindi in modo discrezionale, con quella che loro chiamano Piano Lombardia e noi “legge mancia” – ha sottolineato – Tuttavia, questa minaccia va anche oltre e dimostra un’idea distorta e privatistica delle istituzioni che è molto pericolosa. Monti dica che si trattava di una disperata boutade elettorale e chieda scusa al sindaco e ai varesini. Sull’atteggiamento della Regione valuteremo dalle azioni concrete e saremo pronti a denunciare ogni stortura».